Ferzan Özpetek ha una qualità indiscutibile: la generosità. Una generosità intesa non nel senso venale del termine, ma romantica, racchiusa in quella sua continua voglia di raccontare storie e aprirsi all’altro, nel pieno spirito della condivisione, che sia con un lettore, con uno spettatore o con un pubblico tutt’orecchi, seduto ad ascoltarti.
È quanto abbiamo potuto constatare nello speciale incontro organizzato dal Taormina Film Fest per festeggiare il ventennale de Le Fate Ignoranti, film campione d’incassi che diede un forte slancio alla carriera di Ozpetek e che è divenuto, con gli anni, un vero e proprio fenomeno culturale.
Sullo sfondo del bucolico (e incantevole) scenario di Casa Cuseni, il regista di Istanbul ha condiviso con il pubblico il suo percorso artistico, raccontando numerosi aneddoti legati alle Fate e alla sua carriera. All’inizio degli anni Duemila, Ferzan era reduce da due discreti successi, “Il Bagno Turco” e “Harem Suarem”, che gli avevano dato notorietà anche all’estero.
Da dove nasce l’idea di realizzare le “Le Fate Ignoranti”?
“Volevo girare un film sotto casa mia, al Gazometro, nel quartiere Ostiense di Roma, che all’epoca non era neanche ben visto. Presi spunto da due storie personali, c’era un ragazzo che frequentava casa mia e che poi ho scoperto aveva una famiglia alle spalle. Un fatto che mi ha intrigato molto, sul quale poi ho costruito la trama del film insieme a Gianni Romoli”.
Uno dei primi scogli da superare fu lo scarso entusiasmo della casa casa di produzione, Medusa, non convinta dalle possibilità del film:
“Mi dissero che il film non avrebbe avuto successo, che nessuno l’avrebbe capito e che avrebbe coinvolto poco la comunità omosessuale. Poi venne selezionato in concorso a Berlino, anche là mi dissero “Aspetta che esca in Italia, vedrai”. Il film era già pronto ad uscire nel gennaio del 2001, ma mi dissero di attendere. Nel frattempo Muccino finì di girare “L’ultimo bacio” sempre con protagonista Stefano Accorsi e pensate un po’, riuscì a farlo uscire prima del mio! Noi arrivammo nelle sale a marzo, e lì si verificò un effetto strano. Il successo arrivò solo dopo due settimane, a ondate. La gente cominciò a fermarmi e a dirmi che avevo aperto un nuovo mondo”
Come ha scelto Margherita Buy?
“La vidi al Festival di Venezia dove presenziavo in una giuria. Avevamo scritto la sceneggiatura delle Fate e ne parlai a Margherita durante una cena. La vedevo benissimo nel personaggio. Come sapete, sono solito fare numerose letture a casa mia con il cast, organizzando pranzi e cene. Un giorno Margherita mi si avvicinò e mi disse che non poteva più partecipare, perché in dolce attesa. Sapete allora cosa abbiamo fatto io e Gianni? Abbiamo cambiato la sceneggiatura e abbiamo reso il suo personaggio incinta”.
Perché questo titolo, Le Fate Ignoranti?
“Mi trovavo a Istanbul, Serra [Ylmaz] mi regalò un libro del pittore Magritte. Ero al telefono con Gianni, parlavamo del fatto che dovessimo trovare un titolo al film. Allora apro il libro e leggo “La Fata Ignorante” sotto un quadro. Ed ecco che ce l’avevamo.”
Una storia, quella delle Fate Ignoranti, che Ferzan ha deciso di ampliare e approfondire tramite una serie tv che sta girando in queste settimane, intitolata “Gli angeli ignoranti” (ricalcando il titolo inglese del film), prodotta da Disney e in arrivo sulla piattaforma Star di Disney+
“Nella serie raccontiamo il pre, ovvero gli antefatti del film. Mi sono sorpreso io stesso nel scriverla. C’è un grande cast dietro, tra cui Luca Argentero che ringrazio in modo particolare per quanto si è messo a disposizione. Sapete io amo stare sul set, mi immedesimo negli spettatori in maniera viscerale, quasi mi annullo come regista. Questo mi porta a riscrivere i film ogni giorno, perché godo dell’energia che arriva dalla novità. Ad esempio, nel film La Dea Fortuna, la scena della lite tra Accorsi e Leo sul traghetto, quando si lanciano il ketchup, l’abbiamo inventata sul momento e rimanemmo commossi per quanto venne bene. Anche con la serie mi è successo di continuo.”
Ozpetek ha poi raccontato del suo profondo legame con il Sud Italia, Sicilia inclusa:
“Ho la cittadinanza di Palermo e amo tutto il sud. Per me la cultura italiana è qua. Avrei un enorme progetto da fare in Sicilia, si tratta di una serie di livello mondiale. Purtroppo mi porterebbe via due anni pieni, e attualmente non posso. Però chissà.”
Se c’è un attore o un’attrice con il quale/la quale gli piacerebbe lavorare, Ozpetek non ha dubbi: Matilda De Angelis, che tra l’altro ha ricevuto ieri il premio come Miglior Attrice Protagonista del TFF67 per la sua interpretazione in Atlas.
Ho conosciuto Matilda De Angelis qua a Taormina, me la sono prenotata! Mi piacerebbe molto lavorare con lei.