Long Day, viaggio al termine del giorno

Long Day è il film d’esordio del regista cinese Yumo Luo. Girato in un magnifico bianco e nero, racconta la storia di una serie di persone semplici che affrontano la vita, con le loro difficoltà individuali, in un singolo giorno d’inverno nella periferia di una grande città come Pechino

«L’idea di Long Day, risale al 2003» racconta il regista. «Nell’estate di quell’anno vidi la notizia di una madre cleptomane che fu arrestata durante un furto. La figlia di tre anni morì di fame. Questo triste evento mi è rimasto nella memoria da allora e da lì nasce la storia della madre e del figlio che c’è nel film. Nel corso degli anni ho incontrato molte storie e persone che sono poi diventati personaggi che si intrecciano nel film. Sono memorie del passato che vedevo solo in bianco e nero».

Long Day non ha una struttura narrativa lineare, «nel corso delle riprese ho deciso di rompere quello che avevo inizialmente scritto. L’unica cosa che mi interessava rimanesse era il centro del film, che è la condizione mentale dei personaggi: dove andiamo in questa vita intorpidita?».

Quello che viene fuori è un film fatto soprattutto di emozioni che ricreano perfettamente l’esistenza straniante della contemporaneità in una metropoli cinese, un vagare senza una direzione, in attesa che qualcosa accada sapendo che molto probabilmente sarà qualcosa che non cambierà la vita in meglio.

Al suo primo film Yumo Luo si dimostra un cineasta con una visione già compiuta e uno stile visivo e narrativo molto personale. Long Day è una piccola scoperta del Taormina Film Festival 2021, un nome che nei prossimi anni si contenderanno le più importanti manifestazioni internazionali.

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