Si torna in sala grazie ai generi

Attenti a quei tre: Alessandra De Luca, Federico Pontiggia e Francesco Alò, il triumvirato alla guida della 67ª edizione del Taormina Film Fest, dimostra quale sia la forza di un festival diretto da tre giornalisti e critici del settore che da decenni frequentano le rassegne cinematografiche di tutto il mondo. Il trio infatti, con un’abile mediazione tra storie personali e gusti diversissimi gli uni dagli altri, ha saputo trovare quale doveva essere il minimo comune denominatore di una manifestazione internazionale in grado di rilanciare la passione del pubblico verso il cinema, sostenendo al tempo stesso il definitivo ritorno nelle sale, fondamentale per dichiararci realmente usciti dal lungo inverno del nostro lockdown.

È stata una scelta importantissima quella di far proiettare contemporaneamente in alcune sale delle principali città dell’isola, in collaborazione con ANEC Sicilia, alcuni dei film della rassegna. Per la prima volta nella sua lunga storia il festival si è così davvero aperto al territorio, vivendo simultaneamente nel Teatro Antico come nelle sale siciliane di prima visione, unendo l’esperienza cinematografica festivaliera a un’iniziativa di sostegno all’industria audiovisiva tutta.

Perché il progetto fosse vincente erano però necessari titoli in grado di attrarre un pubblico più vasto dei cinefili duri e puri e qui la Banda dei Tre ha avuto la lungimiranza di aprirsi ai “generi”, troppo spesso ignorati nei festival, ma da sempre vero cuore pulsante della cinematografia mondiale.

Aprire Taormina con un mini concerto di supporto alla commedia Boys di Davide Ferrario (simultaneamente proiettata nelle sale siciliane convenzionate) è stato il rullo di tamburi che ha sottolineato la rivoluzione della politica festivaliera. Rivoluzione confermata anche dalla scelta degli altri film che vivranno una vita parallela tra il Teatro Antico di Taormina e le sale sicule: il cine-comic “made in Italy” La terra dei figli di Claudio Cupellini (28 giugno); Valeria Golino rapinatrice in Occhi Blu di Michela Cescon (29 giugno); l’animazione mista al live-action di Peter Rabbit 2 – Un birbante in fuga di Will Gluck e la storia vera che sembra una fiaba di Dream Horse di Euros Lyn. (30 giugno).

Se a questi titoli si aggiunge l’aver messo in selezione l’ottimo A Classic Horror Story di Roberto De Feo e Paolo Strippoli e che il festival si chiude con il blockbusterone Black Widow, non si può che apprezzare la varietà dell’offerta di una manifestazione cui il cinema sarà grato.

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