Il Premio ENIT 2022 ai territori di Piccolo corpo di Laura Samani

È andato a Piccolo corpo di Laura Samani il Premio ENIT “Il cinema che promuove la bellezza italiana”, che il 68mo Taormina Film Festival ha assegnato in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per il Turismo per il secondo anno consecutivo, dopo aver premiato, la scorsa edizione, Il Cattivo Poeta di Gianluca Jodice.

Siamo orgogliosi di poter portare avanti un Premio che pone l’enfasi sulle location dei film” ha affermato Sandro Pappalardo, componente del Consiglio d’Amministrazione ENIT, all’incontro organizzato a Casa Cuseni di Taormina alla presenza dei tre direttori artistici, della direttrice Marketing Maria Elena Rossi e di Marco Borromei e Chiara Dainese, co-sceneggiatore e montatrice di Piccolo Corpo. “Il turismo non può fare a meno del cinema, lo dimostra la fortuna che alcuni film hanno regalato ad alcuni territori italiani. Girare in una determinata località può cambiare il destino di quest’ultima, pertanto stiamo mettendo in campo alcune strategie che si vedranno a breve”.

“In campo marketing c’è un tema ben specifico che si chiama Product Placement, ha spiegato Maria Elena Rossi: “Tanti competitors agiscono sui luoghi per promuoversi e realizzare itinerari ad hoc. Basti pensare all’Inghilterra o alla Nuova Zelanda, senza dimenticarci che anche l’Italia lo ha fatto molto in passato, ad esempio con Vacanze Romane o con Federico Fellini, fino ad arrivare al presente con Matera per James Bond”. 

E anche Piccolo Corpo si è mosso in questa direzione. Presentato alla Settimana internazionale della critica a Cannes 2021 e premiato con il David di Donatello a Laura Samani come miglior regista esordiente, il film racconta la storia di Agata, una giovane madre che, dopo aver perso la sua bambina subito dopo il parto, decide di intraprendere un viaggio verso un santuario sulle montagne del nord est dove è possibile resuscitare i bambini per un tempo limitato, ma sufficiente a battezzarli. Un on the road spirituale girato tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto che offre uno spaccato inedito del Nord-Est Italia, dalla Carsia fino alle Alpi, e che incarna a pieno il senso di “territorio come personaggio”. 

Una scena del film Piccolo Corpo

Alla domanda come il territorio è entrato nel racconto rispondo che è stato il territorio a venire da noi” ha spiegato lo sceneggiatore Marco Borromei. “Durante le location scouting siamo venuti a conoscenza della leggenda dei santuari del respiro che percorrono la linea delle Alpi fino alla Francia e la storia è venuta da sola”. E aggiunge: “L’unica cosa originale che abbiamo aggiunto al racconto è che a compiere il viaggio è una madre, invece che il padre”. 

A dare continuità al senso del viaggio di questa madre così desiderosa di raggiungere la sua meta ha contribuito il lavoro di montaggio di Chiara Dainese, facilitato, come spiegato da lei stessa, dal fatto che il film è stato girato in continuità temporale: “Le riprese si sono susseguite in ordine cronologico, dalla scena 1 fino all’ultima. A marzo 2020 siamo stati bloccati dal Covid e per questioni climatiche abbiamo ripreso a girare direttamente a novembre, ma la cosa ci ha paradossalmente anche aiutati ad avere condizioni che forse in primavera non avremmo trovato, come la neve”.

Una scena di Piccolo Corpo

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