Carla Signoris: “Basta quote rosa nella comicità”

È andato a Carla Signoris il Premio Manfredi 2022 promosso al Festival di Taormina dai Giornalisti Cinematografici Italiani con la famiglia Manfredi per ricordare il grande Nino e omaggiare artisti che, nel suo stile, hanno dimostrato di sapersi giostrare tra i generi, giocando con la recitazione a tutto campo.

Non solo brava ma ironica come poche, e non solo in ruoli da commedia, Carla Signoris è tra le attrici da sempre più amate. Brillante, inimitabile in una verve che aggiunge sempre qualcosa di personale ad ogni personaggio che interpreta con un umorismo contagioso e irriverente, la Signoris è da sempre dalla parte delle donne che rappresenta spesso con dichiarata autoironia, come sottolineato anche nel suo incontro, sempre al Taormina Film Fest, L’eleganza del sorriso, dedicato alla comicità femminile e che l’ha vista interagire con le colleghe Caterina Guzzanti e Paola Minaccioni.

Anche di questo, ne abbiamo parlato direttamente con lei:

Cosa si prova a ricevere un Premio in nome di Nino Manfredi?

È una grande responsabilità, un’emozione pazzesca. Nino Manfredi è come un santino a cui ispirarsi, parliamo di un attore che ha fatto tutto, che ha varcato ogni registro della recitazione, dalla commedia al teatro al dramma fino al musical. A me, nel mio piccolo, piacerebbe fare lo stesso e ci sto provando.

Tale premio dimostra che ci è riuscita.

Credo che il Sindacato dei Giornalisti e la famiglia Manfredi puntino proprio a questa direzione, considerando anche i precedenti vincitori che mi hanno preceduta. Tutti attori che sono riusciti ad usare registri diversi in maniera eccelsa, quindi ne sono davvero tanto grata.

Nell’incontro “L’eleganza del sorriso” si parla di comicità femminile. C’è da fare distinzione secondo lei con quella maschile?

Di quote rose nella comicità non vorrei neanche più sentirne parlare. Però – ahimè – dobbiamo farlo, perché purtroppo la comicità al femminile risulta ancora spaventosa per il genere maschile. La donna che fa ridere ti spiazza. Prima il ruolo della donna era quello di “sorrido e sto ferma”. Ora invece sorridiamo, parliamo e soprattutto pensiamo. Questo fa più paura.

Cos’è l’eleganza del sorriso?

Ha un senso diverso dalla risata grassa, il sorriso leggero veicola messaggi molto più potenti del sarcasmo. L’ironia leggera è più incisiva.

Ha dei modelli, in tal senso, a cui le piace ispirarsi?

Mia madre. Mentre parlando di attrici penso a Monica Vitti e alla sua capacità di leggerezza anche nell’affrontare cose drammatiche. C’è questa storia che generalmente i comici debbano essere “bruttarelli”. Lei no, era una donna bellissima. E lo siamo tutte, noi che cerchiamo di far sorridere.

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