Cronache del Festival

La musica di Claudia Rizzo e Frank Sinatra ha aperto la penultima serata del TFF68 dedicata al Premio Nino Manfredi, alla presentazione del cortometraggio di Stefania Spampinato Zita sempri e al documentario Franco Battiato – La voce del padrone di Marco Spagnoli.

A consegnare sul palco il premio Manfredi, vinto quest’anno da Carla Signoris per la sua «capacità di unire alla verve della commedia l’intensità di toni e sfumature più drammatiche», è stata la Presidente del SNGCI Laura Delli Colli, in linea con la tradizione che lega i Nastri d’Argento a tale premio e che da nove anni ripete la celebrazione proprio sul palcoscenico dove Manfredi apparve, in una singolare performance, proprio per l’ultima volta prima di allontanarsi dal cinema e dallo spettacolo. 

Carla Signoris con i tre direttori artistici Alessandra De Luca, Francesco Alò e Federico Pontiggia

La serata è proseguita poi con l’intervento di Stefania Spampinato, sostenuta sugli spalti da un gruppo di calorosissime fan venute appositamente per lei con tanto di cartelloni. La star di Grey’s Anatomy ha presentato il suo corto, Zita sempri, racconto di una corrispondenza epistolare dedicato alla sue origini siciliane e al suo rapporto con la madre. «Mia mamma mi diceva sempre “zita sempri, maritata mai” ovvero “sempre fidanzata, mai moglie”, ma non perché fosse contraria a mettere su famiglia e fare figli, ma per spronarmi a non perdere mai la mia essenza di donna e quella freschezza giornaliera che ci contraddistingue quando si comincia un nuovo amore».

Gli ultimi ospiti della serata hanno introdotto l’atteso documentario Franco Battiato, la voce del padrone: sono saliti sul palco il regista del film Marco Spagnoli, il produttore Andrea Zoso e i musicisti, amici e storici collaboratori di Battiato Alberto Radius e Filippo Destrieri.

Il progetto di film sul grande cantautore scomparso nel 2021 era stato a lungo meditato dal regista, trasformandosi infine in un omaggio a Battiato a partire da uno dei suoi più celebri lavori. «Quando con Andrea Zoso e Pietro Peligra, dopo Il coraggio del leone, abbiamo deciso di fare un altro documentario», racconta Spagnoli, «abbiamo immaginato insieme che quest’album meritasse una celebrazione». Si tratta, infatti, del «primo album 33 giri in Italia ad avere vinto il Disco d’oro, vendendo quindi oltre un milione di copie. Io sono uno di quei ragazzini che nell’estate dell’82 sentiva quest’album, quindi era come chiudere un cerchio».

Radius e Destrieri hanno quindi ricordato il loro stretto legame con Battiato. «Quando si cavalca la tigre uno non se ne accorge mai, poi quando non c’è più la tigre te ne accorgi», ha detto il primo. «Mi mancano la sua generosità», ha aggiunto Destrieri, «la sua simpatia, la sua intelligenza mostruosa: conosceva tutto! Però io suono ancora la sua musica, quindi lo onoro ogni giorno. E andrò avanti a suonare la sua musica fino alla fine dei miei giorni». Infine, il produttore Zoso ha annunciato per l’autunno l’arrivo del doc nelle sale, cui seguirà l’approdo sulla piattaforma di ITsAR.

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