Il workshop e il libro: “Il giornalismo che verrà” e “La poetica di George Lucas”

L’alternativa di Slow News: film e dibattito al TFF

Un’immagine del doc Slow News.

La lentezza salverà il giornalismo? Un paradosso solo apparente, che al Taormina Film Fest animerà il workshop internazionale (ore 17 alla Casa del Cinema) Il giornalismo che verrà, a partire dalla domanda: Cultura, cinema e informazione “slow”: si può fare davvero?.

Una questione dirimente, nell’epoca in cui il web ha imposto ritmi mai così frenetici alle notizie, dove spesso gli utenti comuni a mezzo social media battono sul tempo i reporter. Ma, proprio per questo, il modello dello “slow journalism” potrebbe essere l’alternativa alle derive del sistema attuale, dove il lavoro dei professionisti dell’informazione è sempre più svilito e screditato.

La risposta a tale problema prenderà le mosse dal film Slow News (Italia, 2020, 52 minuti di durata), di Alberto Puliafito. Un documentario (già premiato al Glocal Film Festival e al Festival Internazionale del Cinema di Salerno) prodotto da Fulvio Nebbia (anche montatore e direttore della fotografia) per IK Produzioni, con la partecipazione di BabyDoc Film e scritto dal regista e dal produttore con Andrea Coccia.

Al centro, la nascita di un vero e proprio movimento internazionale di giornalisti indipendenti che cerca di trovare una soluzione all’infodemia odierna, dove non si sa più a quali notizie credere. E che trova un riferimento in Peter Laufer, docente all’Università dell’Oregon e autore del manifesto “Slow News“.

Dopo la proiezione, gli spunti e i dilemmi sollevati saranno approfonditi in un dibattito alla presenza dei tre direttori del Taormina Film Fest, Francesco Alò, Alessandra De Luca e Federico Pontiggia, e con il regista del film (e a sua volta giornalista) Alberto Puliafito e il direttore del Sicilian Post Giorgio Romeo.

Emanuele Bucci

 

Viaggio nella saga di Star Wars, col volume di Federico Greco

C’è una storia del cinema, e della cultura pop prima e dopo il 25 maggio del 1977, quando approdò nelle sale americane il primo capitolo della saga di Star Wars. Il papà di quella rivoluzione (che in Italia sarebbe arrivata il 20 ottobre dello stesso anno) si chiama George Lucas (classe 1944), all’epoca al suo terzo film: e il 28 giugno la 68ma edizione del Taormina Film Fest gli rende omaggio, presentando alla Casa Cuseni (ore 18) il volume di Federico Greco Star Wars. La poetica di George Lucas (sottotitolo: Le avventure di un ragazzaccio con ambizioni eroiche), edito da La Nave di Teseo.

Non è un compendio della saga, ma un’approfondita disamina dell’opera di Lucas in cinque atti, come ogni struttura narrativa che si rispetti. E anche un manuale d’istruzioni per orientarsi in un universo fantastico che prospera da decenni, generando altri undici film, serie televisive animate e live-action, albi a fumetti, un impero commerciale e un vero e proprio culto religioso e filosofico. Una saga, oggi di proprietà della Walt Disney, le cui storie da raccontare sono ancora molte (tra le più recenti, c’è stata quella della serie Obi-Wan Kenobi con Ewan McGregor).

Federico Greco, regista, docente universitario e grande appassionato, uno di quelli che ricorda il giorno esatto in cui ha visto Episodio IV: Una nuova speranza al cinema, usa Guerre stellari per raccontare come il passato e la tradizione hollywoodiana siano stati determinanti per il concepimento del primo film e di tutto quello che sarebbe accaduto in seguito. Greco passa con grande scioltezza dalla Poetica di Aristotele ai generi classici, alla base dell’universo di Star Wars, che comprende fantasy, western, commedia, fantascienza. Ma la parabola di Luke Skywalker e dei personaggi che ruotano attorno al viaggio dell’eroe deriva anche dalla tragedia greca e dall’opera shakesperiana, senza dimenticare l’epica classica, da Omero a Virgilio.

L’autore del libro Federico Greco.

Un approccio storico ma anche filosofico quello di Greco, abbracciando l’assunto che il cinema, e anche le serie tv, ci hanno insegnato a vivere e anche qualcosa di più. È di qualche anno fa un interessante saggio dal titolo La leadership secondo Tony Soprano, un vero e proprio manuale di management ispirato ai metodi del boss protagonista della serie HBO (l’autore è Anthony Schneider, edito in Italia da Cavallo di Ferro). Per non parlare del fondamentale La fisica di Star Trek di Lawrence Krauss, serissimo studio scientifico che analizza quali delle tecnologie usate dall’equipaggio dell’Enterprise potrebbero diventare realtà, dal motore a curvatura all’agognato teletrasporto.

La poetica di Guerre Stellari non arriva a tanto, ma spiega bene quale impatto abbia avuto sulla cultura contemporanea l’intuizione di un giovane regista tanti anni fa, in una galassia lontana lontana che oggi riprenderà vita al Festival di Taormina.

Alessandro De Simone

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