L’arte dell’esperienza, Marco Bonini presenta il suo saggio sulla recitazione

Marco Bonini arriva al TFF68 per presentare il suo nuovo libro “L’arte dell’esperienza”, edito da La Nave di Teseo. Sceneggiatore e attore di cinema, teatro e televisione, visto di recente al fianco di Edoardo Leo nel film Lasciarsi un giorno a Roma (di cui ha anche firmato la sceneggiatura) e nella fortunata trilogia di Sydney Sibilia, Smetto quando voglio, Bonini si riaffaccia alla letteratura dopo aver esordito come scrittore nel 2019 con il romanzo Se ami qualcuno dillo, edito da Longanesi.

«L’arte dell’esperienza è una riflessione necessaria sulla funzione pubblica dell’attore, ossia sull’importanza della rappresentazione dell’esperienza umana – racconta Bonini, – un libretto d’istruzioni che spiega in modo semplice e diretto i meccanismi intimi e filosofici che legano interprete, personaggio e spettatore».

Ben diverso dal suo primo, che invece narrava di una storia familiare di crescita e redenzione, L’arte dell’esperienza si presta più ad essere un saggio didattico. Continua Bonini nella sua descrizione: «Rappresentare l’esperienza umana tramite la recitazione non è utile solo per divertirci o appassionarci con quello che vediamo su un palco in teatro, o su uno schermo, non è d’interesse collettivo solo come specchio emotivo e identitario, cosa che d’altra parte, già di per sé, sarebbe sufficiente. L’esperienza della recitazione può essere anche un potentissimo strumento didattico e pedagogico. Recitare aiuta ad acquisire competenze emotive fondamentali. Gli attori sono operai delle emozioni; i loro strumenti, i loro mattoni, sono i sentimenti umani e l’alfabetizzazione emotiva – imparare a conoscere, riconoscere e gestire le nostre emozioni e quelle altrui – è il primo passo per recitare bene, ma anche per risolvere gravi urgenze sociali come bullismo, discriminazioni, violenza di genere e razzismo».

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