Tarantino (Sicilian Film Commission): “Ora la Sicilia crede nel cinema”

Due bandi per un impegno totale di quasi 11 milioni di euro, “la cifra più alta tra le film commission regionali del nostro paese”, investiti seguendo due linee guida: “fare della Sicilia un luogo privilegiato per la location di grandi produzioni, ma anche per la destination di grandi storie, non più legate soltanto alla narrazione di vicende di malavita. E un investimento anche sui festival e sui giovani”. Sono queste le linee programmatiche della Sicilian Film Commission riassunte per Ciak dal dirigente direttore della Film Commission siciliana, Nicola Tarantino

“Nell’anno trascorso dal Tff 67 – spiega il dirigente –  abbiamo realizzato gran parte dei progetti che ci eravamo ripromessi: abbiamo pubblicato bandi, che prevedono due finestre per una cifra totale di quasi 11 milioni di euro. Sono strutturati per cercare di attirare soprattutto grandi produzioni, anche a carattere internazionale o con contratti di coproduzione. L’obiettivo, dichiarato anche nelle linee politiche dell’assessore competente, è che il cinema diventi sempre di più un veicolo di racconto del territorio. Un racconto moderno, in cui la Sicilia e i suoi abitanti abbiano la possibilità di raccontarsi in modo diverso”. 

Tarantino nota come “la straordinaria serata d’apertura del Tff, con la proiezione de Il Padrino e la presenza di Francis Ford Coppola sia stata un momento fortemente simbolico, che 50 anni dopo abbia chiuso il cerchio di un percorso di rappresentazione non della Sicilia ma dei siciliani d’America, che cosa diversa erano e sono anche oggi rispetto al tessuto connettivo della vita siciliana”. 

Non solo “location”, ma anche “destination”: “Oggi – spiega Tarantino – si vuole incentivare l’utilizzo del territorio siciliano anche come destination per gli artisti, le storie da raccontare, riscoprendo le molte biodiversità della Sicilia sia per quanto riguarda l’aspetto ambientale, artistico, paesaggistico, archeologico. Un processo che ha ormai avviato il suo percorso. Scorrendo i progetti che ci arrivano, ho la sensazione che si stia finalmente recependo che qualsiasi storia può essere ambientata in Sicilia, tra città, mare, montagne, vulcani.”.

Altro punto centrale dell’impegno della Film Commission è l’incentivo ai Festival che si svolgono sull’isola, da Taormina a Ortigia, da San Vito Lo Capo a Palermo e all’isola di Salina: “Siamo parte di questo rilancio attraverso un bando con finanziamenti dedicati al settore. Il racconto disseminato che i festival garantiscono è importante sia perché da queste rassegne passano produzioni autorali che non avrebbero grande spazio nello streaming o nei tradizionali circuiti delle sale, sia perché l’ambientazione dei festival aiuta dal punto di vista turistico la conoscenza dei nostri territori”. Tarantino nota come “questi festival staano crescendo, diventando internazionali, aprendosi al mondo. La Sicilia sta diventando un trampolino di lancio per chi vuole esporre i propri prodotti cinematografici”. 

L’altra linea guida è l’incentivo alla formazione di talenti e professionalità giovanili: “Siamo sostenitori della sede di Palermo del Centro sperimentale di Cinematografia. Una scuola che si è ampliata in termini di orizzonti, ormai frequentata non solo da siciliani ma da giovani di altre regioni italiane e anche dall’estero, divenuta un centro d’eccellenza in Europa e che tra breve cambierà sede, per poter finalizzare progetti di sviluppo che allarghino e completino le diverse professionalità che vengono formate. Non sfugge la sinergia con i Festival, che diventano in questo senso anche un luogo privilegiato in cui poter mostrare opere prime e seconde – come al Tff – nate dallo studio e dalla formazione garantita dal CpC”. 

Quella di Tarantino è una figura tecnica, slegata dalle dinamiche politiche. Però il dirigente non nega che “quando la politica fa sentire l’impegno e l’urgenza di voler attuare un programma, può avere un ruolo decisivo nell’incentivare un lavoro che può avere finalità strategiche per il futuro della nostra isola. A differenza di un periodo in cui il lavoro veniva comunque volto – conclude – ma con minori risorse e minore senso di urgenza, ora la spinta si sente, e siamo tutti chiamati a correre per realizzare gli obiettivi”. 

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