Le anteprime del TFF: Aldo Baglio: “Vi racconto Una boccata d’aria”

 “Divertirsi” sembra essere la parola chiave per Aldo Baglio anche quando, come nel caso di Una boccata d’aria (dal 7 luglio in sala per 01 Distribution dopo l’anteprima di oggi al Taormina Film Fest), si cimenta con una commedia non priva di venature malinconiche: elemento che «ti fa sentire più completo», spiega Baglio: «Ho già dimostrato di saper far ridere se sono con le persone giuste, e avevo bisogno di dimostrare qualcos’altro, prima di tutto a me stesso. L’idea di poter commuovere mi entusiasma molto. Già in Odio l’estate questo aspetto emergeva». Al centro di Una boccata d’aria c’è inoltre un personaggio complesso, con zone d’ombra e qualcosa da farsi perdonare: parliamo di Salvo, pizzaiolo indebitato di Milano che, alla notizia della morte del padre, parte per la natia Sicilia, con l’obiettivo di salvare la sua attività convincendo il fratello Lillo a vendere il casale di famiglia. Un uomo, Salvo, «che tiene nascosti molti segreti», anticipa Baglio: «Ama la sua famiglia, ma è molto rigido su alcune decisioni da prendere. Questa eredità è la scusa per tornare giù, nella sua terra d’origine, e mettere a posto certi errori fatti in passato. La storia è intricata, e questo aspetto mi piace».

L’attore non a caso è ancora una volta co-autore (assieme agli abituali collaboratori Valerio Bariletti e Morgan Bertacca) del soggetto e della sceneggiatura. Per quest’ultima si è aggiunto poi il regista del film, Alessio Lauria. «Ci siamo trovati molto bene a lavorare insieme», spiega Baglio, «Alessio si è rivelato la persona giusta per questa storia. Il dialogo fra noi ha sempre portato a nuovi spunti: il film è mio quanto suo e degli altri sceneggiatori». Un film che, al netto di come andrà alla prova del box office, ha già dato all’attore molta soddisfazione: «Non che mi dispiacesse il precedente Scappo a casa, ma probabilmente era un film di passaggio rispetto a questo, che è più maturo. Abbiamo alzato il tiro e raccontato una storia con ingredienti diversi, che affronta temi come quello dei figli e della famiglia. So che uscirà in un periodo complicato, ma in ogni caso è stato bello farlo». Trovandosi pienamente a suo agio anche col resto del cast, che include Lucia Ocone, Giovanni Calcagno, Ludovica Martino e Davide Calgaro. «Giovanni Calcagno», sottolinea Baglio, «è stato una rivelazione: primitivo, perfetto per quel ruolo. Lucia Ocone mi ha dato sicurezza, al suo fianco è tutto molto divertente. Il tempo è volato proprio perché mi sono divertito!». E anche con il team del produttore Matteo Rovere (il film è una produzione Groenlandia con Rai Cinema) «c’è stato uno scambio, con una grande partecipazione da parte loro, a volte magari non ci capivamo, ma a volte erano da stimolo per poter aggiustare delle cose. Mi piacerebbe lavorare ancora così». Insomma, Una boccata d’aria è l’ulteriore tappa di una carriera tra le più significative dello spettacolo italiano negli ultimi trent’anni (battute come «Questo Kafkian, chi è?» fanno ormai parte del nostro immaginario). Ma per Baglio il peso del successo continua ad essere più un vantaggio che una pressione: «Credo che essere riusciti a lasciare il segno in passato, e poter dimostrare anche dell’altro grazie alla nostra notorietà, allunghi la vita, professionalmente parlando. Ti dà la possibilità di sperimentare, pur affidandoti ai meccanismi della commedia che conosci. E intanto cerchi di andare avanti».

Baglio sta girando proprio con gli storici sodali Giovanni Storti e Giacomo Poretti il prossimo lungometraggio del terzetto, ancora per la regia di Massimo Venier. Ormai, insomma, il doppio binario professionale dell’attore palermitano sul grande schermo è consolidato: «Penso che continuerò così», dichiara Baglio a Ciak, «è una dimensione che mi porta a fare cose diverse, a capire se c’è dell’altro da raccontare. Con il trio abbiamo una formula navigata che funziona, ma sento anche la voglia di mettermi in gioco, divertendomi, mettendo le mani anche nella sceneggiatura. Ma non nella regia, non sono così pazzo!».

 

Il regista Alessio Lauria: «Un Aldo Baglio inedito, lontano dalle battute»

Il regista di Una boccata d’aria ha lavorato con l’attore su un tono «più realistico e meno sopra le righe»

Il regista Alessio Lauria

«Mi ricordo a sedici anni, a Chiesa in Valmalenco, quando vidi al cinema Tre uomini una gamba, con la sala gremita che rideva. Se allora mi avessero detto che a quarant’anni avrei diretto uno di quei tre, avrei risposto “Ma che dici?!”». E invece ad Alessio Lauria, regista e co-sceneggiatore del nuovo film con Aldo Baglio Una boccata d’aria, è andata proprio così. Tra l’altro, non capita tutti i giorni che a dirigere una commedia on the road con un popolarissimo attore comico ci sia un filmmaker il cui primo lungometraggio era un dramma amoroso dai connotati distopici, Monitor (2015). Ma in realtà, chiarisce Lauria, «io ho sempre sognato di fare commedia, infatti il mio primo corto, Sotto casa, è una commedia. Perché è quello che mi piace fare e imparare a fare, e da imparare c’è tanto, realizzare una buona commedia è difficile. Monitor l’ho realizzato invece per “fare palestra”, avendo l’opportunità di lavorare col Premio Solinas, dove il mio soggetto aveva vinto». E il ritorno alla commedia, per Lauria, è di quelli importanti, tra Baglio protagonista e Matteo Rovere alla produzione. «Mi ha proposto lui», racconta il regista, «Aldo aveva voglia di fare qualcosa di diverso, anche rispetto al suo precedente lavoro da solista, Scappo a casa. Il mio contributo sin dalla scrittura è stato nel prendere una direzione di tono precisa, cercando di allontanarmi dalle battute». Il riferimento di Lauria, infatti, più che i precedenti film con Baglio, sono le commedie francesi, «che hanno un tono più realistico e meno sopra le righe. L’obiettivo del nostro film è quello di emozionare e far ridere, ma più attraverso le situazioni che attraverso le battute. Non avrebbe avuto molto senso far agire Aldo nello stesso modo di quando è un elemento del trio, sarebbe risultato depotenziato. Lui stesso aveva voglia di cambiare registro, meno comico e più commedia». E, malgrado la fase d’incertezza per il cinema (specialmente italiano) in sala, il regista si mantiene ottimista: «Il titolo del film forse rimanda anche alla speranza che la gente, dopo quest’ultimo periodo, decida di prendersi una “boccata d’aria”, andando a vedere una commedia leggera con un Aldo Baglio un po’ inedito. Magari in un’arena all’aperto».

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