Giusy Buscemi fiera ed emozionata di vedere la sua Vanina – Un vicequestore a Catania proiettata sul grande schermo del Taormina Film Festival
Giusy Buscemi è arrivata sul red carpet del Taormina Film Festival di Marco Müller, accompagnata da suo marito, il regista Jan Michelini, il re della serialità in Italia. Un vera e propria power couple come direbbero in quel di Hollywood. Elegante e algida nel suo luccicante e sinuoso abito lungo, l’attrice siciliana, visibilmente emozionata, ha ringraziato il pubblico accorso per vedere la proiezione della prima puntata di Vanina – Un vicequestore a Catania.
“Un guerriero acheo, una forza della natura” ha definito Buscemi Carlo Degli Esposti, il fondatore della Palomar che produce la fortunata serie trasmessa da Canale 5 e diretta da Davide Marengo.
Buscemi perché ha accettato di fare il Vicequestore?
Ho amato questo progetto perché racconta un personaggio che ha una grande voglia di vivere ma anche un grande dolore e quindi sono entrata subito in empatia con questo personaggio. Un vicequestore ma allo stesso tempo una ragazza di 30 anni che ha problemi d’amore, di amicizie. Una donna raccontata nella vita di tutti i giorni.
Le donne stanno guadagnando sempre più popolarità nel genere poliziesco. Devono temerla i “colleghi” maschi?
Io spero sempre di non creare mai la competizione maschile-femminile. Sono semmai due facce della stessa medaglia, c’è tanto ancora da raccontare al maschile e altrettanto al femminile.
Come si è preparata al ruolo?
Con un coach riprendendo prima di tutto il siciliano con il quale facevo un po’ fatica. Quando ho iniziato a fare l’attrice era il dialetto di cui un po’ mi vergognavo perché quando dovevo fare i provini dovevo nasconderlo e dovevo imparare bene la dizione.
In casa sua non si parlava in dialetto?
I miei nonni. Ogni volta che parlavo con loro proprio switchavo il linguaggio che si alzava di tre tonalità perché erano anche un po’ sordi.
Ha ricevuto messaggi dai fan della serie?
Mi sono arrivati diversi messaggi, in particolare mi hanno scritto due o tre ragazze che avevano appena superato l’esame in polizia e mi dicevano che le aveva incoraggiate la determinazione del mio personaggio. Per me è pazzesco pensare che ci si può immedesimare in storie di persone che non conosci. Questo è il potere, la bellezza del cinema, della televisione, di quello che raccontiamo. Queste cose mi fanno venire voglia ancora di più di dare tanto nel lavoro.
Prima di sgattaiolare via dalla sala ha sbirciato, da dietro una colonna, la sua Vanina proiettata sul grande schermo. Che effetto le ha fatto?
Un effetto strano. Il bello della televisione è che puoi entrare nelle case delle persone ma allo stesso tempo, quando ho visto il buio in sala, c’è sempre quel brivido prima dell’inizio, prima di vedere proiettato su di un grande schermo il tuo lavoro. Sono due forme meravigliose entrambe che stasera, grazie al Taormina Film Festival ho vissuto in contemporanea.
Di Pino Gagliardi