La sezione che Taormina 70 riserva alla produzione cinematografica riconducibile all’universo siciliano ha nella retrospettiva parziale dedicata ai film di Costanza Quatriglio uno dei punti forza.
Sin dall’esordio folgorante a Cannes nel 2003 con L’isola, poi premiata ai Nastri d’argento, la regista palermitana è tra le figure di maggior spessore del cinema d’autore italiano, che ha nella contaminazione tra i linguaggi e nell’originalità dello sguardo i suoi tratti distintivi. Oltre a L’isola, in programma oggi in versione restaurata, in cui rivive una Sicilia di pescatori poi documentata anche in Racconti per L’isola, il making off del film divenuto un prodotto autonomo e accolto alla Mostra del Cinema di Venezia, è possibile rivedere altri tre lavori di Quadriglio: Con il fiato sospeso, del 2013, in cui ha diretto Alba Rohrwacher, Anna Balestrieri, Michele Riondino e Gaetano Aronica in una libera, efficacissima ricostruzione del caso di inquinamento ambientale nocivo della facoltà di Chimica dell’Università di Catania; il docufilm Terramatta, in cui dà vita con una formula unica, tra musica, immagini fisse e voice over, ai racconti di Vincenzo Rabito, un giovane contadino siciliano poi divenuto scrittore che raccolse in un diario le impressioni di due guerre da lui combattute, e infine Il cassetto segreto, uscito nei mesi scorsi dopo l’anteprima alla Berlinale, in cui trasforma in un viaggio pulsante nella nostra memoria gli sterminati, e disordinati, materiali video e fotografici raccolti, nel corso della sua vita non comune, dal padre Giuseppe, grande giornalista che entrò in contatto, tra gli altri, con figure come Winston Churchill e Leonardo Sciascia, alcune grandi star di Hollywood e Renato Guttuso, Enrico Fermi e Jean Paul Sartre. “Non ci sono tutti i miei lavori – dice Costanza a Ciak – e ne mancano anche alcuni che ho dedicato alla Sicilia. Ma in questi miei film rivivono i miei anni siciliani che diventano un contributo alla comprensione della mia terra, e per me anche un’occasione di riconnettermi con la mia storia e il percorso che ho compiuto in questi anni”. Da questa riconnessione, Costanza spiega che emerge “il modo in cui è cambiato il mio sguardo sulla Sicilia, accompagnando la mia evoluzione personale. Mi accorgo di aver fatto pace con l’idea che il mio modo di guardare il mondo e le cose ha comunque una matrice siciliana, anche se spesso sono andata altrove a girare le mie storie”.
Quatriglio, vincitrice tra gli altri di un Ciak d’oro nel 2019 per Sembra mio figlio, è pronta a tornare al cinema con una storia di finzione: “Amo transitare tra i generi – conclude – fuori dalle etichette. E’ la forza di chi può esprimersi in libertà nel racconto per immagini”.