Madame Luna, il thriller sui migranti di Daniel Espinosa

Al Focus Mediterraneo del 70° Taormina Film Festival è il turno di Madame Luna (2024, 110’), il nuovo lungometraggio di Daniel Espinosa che sarà proiettato in anteprima italiana alle ore 17 presso la Sala A del Palazzo dei Congressi, presenti il regista e gli interpreti Meninet Abraha Teferi, Hilyam Weldemichael, Claudia Potenza, Emanuele Vicorito e Luca Massaro.

Dopo il successo del suo Easy Money (2010) e una serie di blockbuster hollywoodiani come Safe House – Nessuno è al sicuro (2012) con Denzel Washington e Ryan Reynolds, Child 44 – Il bambino n. 44 (2015) con Tom Hardy, Noomi Rapace e Gary Oldman, Life – Non oltrepassare il limite (2017) con Jake Gyllenhaal, Rebecca Ferguson e Ryan Reynolds e il cinecomic Morbius (2020) con Jared Leto, il filmmaker svedese di origine cilena torna a moduli più intimi ma ancora in dialogo con i codici del thriller.

Traendo spunto da fatti realmente accaduti e raccontando, in questa co-produzione tra Svezia, Danimarca e Italia (che unisce Momento Film, Hercules Film Fund, Rhea Films, Dugong Films, Tv4, Film I Väst, col sostegno di Swedish Film Institute, Ministero della Cultura, Regione Calabria – Calabria Film Commission, Regione Sicilia – Sicilia Film Commission, Nordisk Film & Tv Fond, Creative Europe, Eurimages e SVT), la parabola di una donna coinvolta nella rete di organizzazioni criminali che sfruttano i migranti fra il Nord Africa e l’Europa. Un tema di cui ci ha parlato, di recente, anche il pluripremiato Io capitano di Matteo Garrone, che nelle sue sequenze più crude mostrava l’orrore dei campi di detenzione libici, dove (anche per effetto del Memorandum Italia-Libia tuttora in vigore) sono rinchiuse e abusate molte persone in viaggio per cercare una vita diversa.

Proprio in Libia l’eritrea Almaz, protagonista del film di Espinosa, è diventata una trafficante di esseri umani col nome di Madame Luna. Ma le tumultuose vicissitudini politiche del Paese la porteranno a dover attraversare il Mediterraneo imbarcandosi camuffata con gli altri migranti. Una volta giunta in Italia, però, l’incontro con la giovane Eli la porterà a mettersi in discussione. Aprendole, forse, la via per una possibile redenzione.

«La mia ambizione», spiega il regista (anche sceneggiatore con Suha Arraf e Maurizio Braucci), «è sempre stata quella di svelare aspetti più nascosti della nostra società. Questo film ha a che fare con l’andare al di là della violenza e dei segreti che avvolgono il mondo in cui Madame Luna è invischiata. Ho voluto che la camera la seguisse molto da vicino, per offrire al pubblico la possibilità di immedesimarsi con il suo punto di vista, di potersi sentire vicino a lei in questo viaggio, di addentrarsi attraverso il suo sguardo in quella realtà cruda e spietata».

Il cineasta definisce quindi il suo film (in uscita nelle sale italiane dal 18 luglio per Europictures) «un’opera in soggettiva, che riguarda il personaggio di Madame Luna». I cui dilemmi stanno particolarmente a cuore ad Espinosa: «Siamo destinati a non cambiare mai agli occhi degli altri dopo aver fatto qualcosa di imperdonabile? A essere etichettati e costantemente giudicati per la storia che ci portiamo dietro – o è possibile cercare una strada per realizzare il sogno di una vita migliore?». Madame Luna, conclude il regista, parla perciò «della lotta per la conquista della dignità. Cos’altro varrebbe la pena di raccontare, davvero?».

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