Billy Zane è stato protagonista al Taormina Film Fest di un incontro con il pubblico moderato dall’amico Giulio Base. L’attore ha parlato con passione dei suoi ultimi progetti, il film Waltzing with Brando (presentato lo scorso anno in anteprima proprio al Festival di Torino di Base) e il nuovo INT. HALLWAY/NIGHT, un’opera imprevista e sorprendente, nata quasi per caso, in uscita nelle sale a settembre.
Waltzing with Brando racconta un Marlon Brando poco conosciuto: non l’attore, ma l’attivista. «Era un grande sostenitore dei diritti degli indigeni e dei diritti civili, e nel 1969 fu uno dei primi, davvero, a battersi per l’ambiente, quando non era affatto un tema popolare» spiega Zane. Parlando di come si è immerso nel personaggio, ha spiegato che l’accesso emotivo per interpretarlo è venuto dalla sua curiosità infinita: «Restava per ore nell’acqua a guardare i sassolini. Era come uno scienziato, innamorato dell’umanità. È stato facile interpretarlo, perché bastava guardare il mondo con i suoi occhi». Nel bel mezzo della preparazione per girare in Polinesia, Zane ha accettato al volo di partecipare a un piccolo film indipendente in Georgia, con amici, pochissimo budget e pochissimo tempo. «Mi avevano detto: “Perfetto, il tuo ruolo dura dieci giorni”, e visto che dovevo partire per Tahiti proprio dieci giorni dopo, sembrava un incastro perfetto».
Il progetto, inizialmente un thriller esistenzialista, si è rivelato molto più surreale del previsto. «Era la storia di tre persone che si svegliano in una casa senza ricordare chi sono o come si conoscono. Pensano di essere in un escape room o in una pièce teatrale, ma scoprono presto di essere in purgatorio. Sono morti, vittime di un omicidio-suicidio». La dinamica assurda gli è subito sembrata comica: «Mi ricordava qualcosa di Cassavetes, già di per sé mi faceva ridere». Le cose però si sono complicate quando, a sette giorni dalla fine delle riprese, il regista ha abbandonato il progetto a causa di divergenze creative. A quel punto, la produzione ha chiesto a Zane di finirlo. «Non sapevo cosa fare, ma ho deciso di spingere ancora di più sui difetti, esagerare il caos e trasformarlo in una commedia». È nata così una meta-narrazione: «Ho deciso di rompere la quarta parete, mostrare anche quello che succedeva dietro le quinte, e costruire un secondo strato narrativo».
In INT. HALLWAY/NIGHT Zane interpreta un regista in visita sul set disastrato di un film, dove la moglie – attrice – ha una relazione con il collega. La linea tra finzione e realtà si sfuma: «Il mio personaggio si sogna dentro il film, è sopra le sue possibilità, ma non riesce a separare più il lavoro dalla sua vita». Il film affronta temi universali come il tradimento e la gelosia: «Su questa follia si sono combattute guerre. Ma nel cinema si vedono quasi sempre vendette e scelte tristi. Io volevo rovesciare tutto e proporre un’alternativa emotivamente intelligente».
Il punto di partenza era una sceneggiatura “mediocre”, trasformata in una commedia proprio grazie all’approccio libero. «Se parti cercando la risata, finisci per inseguirla. Ma se ti limiti a osservare, le cose divertenti accadono prima del dire “azione” e dopo lo “stop”. E io ho voluto filmare proprio quello». Il progetto ha avuto un budget sotto il mezzo milione di dollari, con un solo attore famoso a garantire la distribuzione. E anche la scelta dei direttori della fotografia è stata ragionata nel caos: «Ne avevamo tre: due bravi e uno meno. Perché certe scelte sbagliate, come la messa a fuoco persa o la camera lasciata accesa su un treppiede, non si possono fingere. Ho usato tutto. È magia».
Alla base di tutto, però, c’è una filosofia creativa molto chiara. «L’improvvisazione, la fiducia, le scelte audaci… tutto è legato da una corrente d’amore. Devi fare scelte forti, ma se tieni il filo del servizio, lui ti tira avanti». Una definizione poetica e concreta allo stesso tempo: «Se il cuore è puro, con un tocco punk rock ma tenero, allora tutto funziona. È un cocktail strano, ma a me serve».
Per il futuro non ha piani fissi, spiega: «Non pianifico, perché le soluzioni emergono da sole se segui questa filosofia. Questa mattina, per dire, ho fatto una lunga nuotata nel Mediterraneo e ho mangiato un pranzo favoloso. Così si manifesta la bellezza».