Dennis Quaid e la sua idea di America

L’attore texano, tra i più popolari di Hollywood, ha ripercorso al Tff la sua carriera davanti agli studenti siciliani, spaziando dai suoi esordi come chitarrista alle recenti polemiche su Donald Trump, di cui è un sostenitore.

Sono nato in Texas, non a Los Angeles o New York. Ho scoperto di voler fare l’attore per caso, all’università di Houston, dove mi trovai a frequentare un corso di recitazione. All’inizio credevo che non essere nato in una grande città di cinema mi avrebbe danneggiato. Poi ho capito che invece era un vantaggio, perché conoscevo entrambe le americhe: quella delle città, ma anche quella profonda, da cui provengo e che non ho mai dimenticato”.

Denis Quaid ha ripercorso così, ieri a Taormina Film Fest, il suo percorso verso il successo. 71 anni appena compiuti, tra i volti più popolari di Hollywood grazie a film come Suspect – Presunto colpevole, Great Balls of Fire!  Cartoline dall’inferno, Ogni maledetta domenica, Traffic, Footloose, The Day After Tomorrow,  è stato rilanciato proprio quest’anno dal ruolo del cinico direttore televisivo sostenuto in The Substance di Coralie Fargeat e stiamo per vederlo in Reagan – Un presidente sotto i riflettori.

La regista di The Substance – ha detto agli studenti siciliani nel corso dell’incontro pubblico al Palazzo dei Congressi di Taormina – è un genio. Spero di poter lavorare di nuovo con lei. Ha saputo cogliere una delle domande chiave del vivere di oggi: fin dove siamo disposti a spingerci per non perdere ciò che abbiamo conquistato, dalla bellezza al potere”.

Quaid, incalzato dalle domande di Tiziana Rocca, direttore artistico del Tff, e di Luca Pisacane, ha svelato quando ha capito di essere diventato un attore di successo: “È accaduto con Breaking Away. Era il 1979, avevo 25 anni. E per me era un sogno”.

Tra i “film chiave” della sua carriera, Traffic e The Day after Tomorrow hanno un ruolo di rilievo. Sul secondo, in particolare, ha detto: “E’ bellissimo essere l’uomo che salva il mondo”.  Proprio il racconto del film di Roland Emmerich che rilanciò il genere catastrofista ha dato il via anche durante l’incontro con gli studenti a domande sul momento politico degli Stati Uniti che già avevano riguardato altri due grandi ospiti del Tff, Michael Douglas e Martin Scorsese.

Non la penso come loro – ha ripetuto più volte Quaid nel corso della sua giornata a Taormina – anzi sono davvero felice dell’elezione di Donald Trump e penso che la storia lo dimostrerà”. L’attore si è anche detto convinto che “la presidenza di Trump possa essere un punto di svolta non solo per gli Stati Uniti, ma per il mondo, che alla fine ne verrà pacificato“.

E a proposito di presidenti americani, l’attore ha di recente interpretato Ronald Reagan nell’omonimo film che Sean Mac Namara ha dedicato all’attore divenuto Presidente conservatore degli Stati Uniti dal 1981 al 1989 e a cui è attribuito un ruolo chiave nel crollo dell’Unione Sovietica. “E’ stato esaltante calarsi nei suoi panni, anche se ho penato per fare mio quel sorriso ammaliante e sbieco che in realtà era dovuto al danneggiamento di un suo nervo facciale”. Quaid ha anche ricordato che anche per questo ruolo ha subito critiche e pressioni: “Ci hanno provato a cancellarmi in tutti i modi, mi hanno accusato di mille cose diverse”.

Poi qualche parola anche sul metodo che usa per calarsi nei suoi personaggi: “Devi studiare tutto di loro, immaginare di essere loro. E all’improvviso sul set, quando reciti, trovi naturale comportarti come si comporterebbe lui”. Ma di regia, un’esperienza con la quale si è cimentato una sola volta, nel 1998 con Everything That Rises, Quaid non vuol sentire più parlare: “Devi pensare a tutto fuorchè al film: i set, gli orari, le troupe. Un inferno. Molto meglio concentrarsi sulla recitazione”.

L’attore, noto per la sua ruvida franchezza, ha anche smitizzato la sua bravura come chitarrista: “Suonavo in una band all’università, perché lo facevano tutti. Sapevo perfettamente che non avrei potuto guadagnarmi da vivere in quel modo. Era soprattutto un sistema per far colpo sulle ragazze”.

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