Incanto, l’«italian fantasy» con Giorgio Panariello e Vittoria Puccini

Un “italian fantasy”, così Giorgio Panariello, interprete di Incanto, definisce il film di Pier Paolo Paganelli presentato al 71° Taormina Film Festival. Una fiaba che assorbe influenze di vario genere, dalle reminiscenze letterarie alla Dickens al cinema di Tim Burton e del Gabriele Mainetti di Freaks Out, Incanto è “un primo tentativo di aprire il cinema ad un genere non molto frequentato in Italia”: quello fantastico.

In Incanto Vittoria Puccini interpreta Felicia, la governante a cui in punto di morte un ricco vedovo affida la figlia di 10 anni, Margot. Felicia si rivela però tutt’altro che amorevole nei confronti della bambina e, soprattutto interessata al patrimonio di suo padre, rinchiude la bambina in una stanza mentre gestisce con perfidia l’orfanotrofio a cui l’uomo voleva che la grande casa di famiglia fosse destinata. Una notte però Margot riesce a fuggire e, superato il buio del bosco, s’imbatte in un circo, dove conosce il clown bianco Charlie (Giorgio Panariello), che la introduce ad un segreto: il grande vecchio tendone è magico. Nell sua nuova famiglia circense Margot rinasce, ma Felicia non le dà tregua.

Se c’è una cosa che non manca a noi italiani, è la fantasia. Questo film si chiama Incanto proprio perché dentro c’è incanto, c’è lo stupore, che non è dato dall’intelligenza artificiale, è dato dall’emozione che una storia può offrire. C’è un circo che vola, c’è un flauto che invece di tirar fuori note, tira fuori bolle di sapone: questo tipo di immaginazione sta nell’animo italiano”, spiega Panariello a Taormina.

In Incanto c’è una Vittoria Puccini dal viso angelico che veste però i panni di una delle più perfide matrigne, c’è un clown costantemente truccato di bianco e ci sono i bambini, sporchi, trascurati che non smettono però di sorridere e sognare. Sono tutti elementi che il regista Pier Paolo Paganelli ha studiato per offrire al pubblico personaggi che raccontano anche di altre storie, quelle più brutte fatte di abusi e quelle più suggestive fatte di una magia che può salvare o condannare. “Incanto è una storia dove c’è la magia, è una fiaba fatta di mistero”, dice il regista.

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