Susanna Nicchiarelli: “La giuria è un’occasione di crescita”

La regista di Nico, 1988 e Miss Marx è la presidente di giuria della 67 edizione del Taormina Film Fest

Susanna Nicchiarelli, fresca vincitrice del Nastro d’Argento come film dell’anno per Miss Marx, è la presidente della giuria internazionale del sessantasettesimo Taormina Film Festival. La regista guida una squadra composta dalla cineasta francese Celine Sciamma, dallo sceneggiatore Nicola Guaglianone, la montatrice Francesca Calvelli e l’attore Saleh Bakri. L’abbiamo incontrata a poche ore dall’inizio del concorso internazionale.

Presidente di Giuria del sessantasettesimo Taormina Film Festival. Quali sono le sensazioni, considerando l’importanza simbolica di questa edizione?

Mi sento molto onorata, naturalmente, e credo sia molto importante, bello ed esaltante che questo accada mentre i cinema stanno riaprendo, io sono già andata tantissime volte nell’ultimo mese. Ho l’impressione che ci sia una gran voglia di ricominciare e il fatto che il concorso sia riservato a opere prime e seconde è ulteriormente interessante in questo senso, perché è il cinema del futuro, a dimostrazione che non è un’arte che finisce. È vero, è sempre in crisi, lo è da quando è nata, ma nonostante questo ci sono continuamente nuove idee, talenti che nascono, e questo è molto utile anche a me da regista. Tra poco inizierò a girare un nuovo film e fare questa full immersion da due film al giorno per una settimana mi servirà.

Quest’anno un Taormina Film Festival a trazione femminile, una co-direttrice, tre giurate e molte registe in concorso e fuori. Un bel segnale.

Registe ce ne sono sempre state, le percentuali dovrebbero rispecchiare la realtà, ma purtroppo la strada è ancora lunga e che ci sia quindi questa visibilità è un’ottima cosa, soprattutto per le giovani che si affacciano adesso nel mondo del cinema e devono poter considerare anche la regia come un’opzione e soprattutto non vederla come una cosa impossibile o un lavoro da uomo, perché non è così, più registe ci sono e più ce ne saranno.

I festival sono un meraviglioso luogo di scambio per idee e progetti. Cosa vorresti portare a casa con te alla fine di questa settimana?

Come dici tu proprio questo scambio, perché il cinema è emozione, ma ci sono anche tanti pensieri e parole da spendere sui film che vediamo, le sensazioni che ci lascia subito dopo la visione e quello che invece pensiamo magari due giorni dopo. È molto interessante fare il giurato perché sei sì nei panni dello spettatore, ma con una responsabilità, quella di comprendere non solo le tue emozioni, ma anche quelle degli altri e la comunicabilità delle tue emozioni, perché poi devi essere in grado di convincere i colleghi di giuria delle tue idee. È una bella occasione di crescita professionale.

Siamo in Sicilia. Che rapporto hai con questa terra?

Ho dei ricordi bellissimi, sono venuta qui con mio padre quando avevo sedici anni, lui è ingegnere e doveva lavorare a un cantiere. Mi ricordo che siamo saliti sull’Etna che stava eruttando, ci siamo fermati poco prima di questo fiume di lava che scendeva. È una terra particolare, di confine, sembra di stare ai limiti del mondo. Ci sono molto legata.

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