L’anteprima evento: Cry Macho di Clint Eastwood

Eastwood dirige e interpreta Cry Macho – Ritorno a casa, road movie che guarda al western e al romanzo di formazione, presentato al Torino Film Festival insieme al documentario dal titolo Clint Eastwood: A Cinematic Legacy, che ripercorre la sua lunga carriera di attore, regista e produttore.

CRY MACHO
USA, 2021, Regia: Clint Eastwood, Cast: Clint Eastwood, Eduardo Minett, Natalia Traven, Dwight Yoakam, Fernanda Urrejola, Horacio Garcia-Rojas, Durata: 104’

Clint è di nuovo in sella, e il cuore di chi lo ama batte forte. Alla veneranda età di 91 anni Eastwood risale a cavallo e indossa nuovamente il cappello da cowboy per interpretare Mike Milo, ex campione di rodeo incaricato dal suo ex capo di riportargli a casa, in Texas, il figlio Rafa, che vive in Messico con la madre, schiava dell’alcol. Milo è il protagonista del nuovo film di Eastwood, Cry Macho – Ritorno a casa, presentato al Torino Film Festival e in uscita nelle sale italiane con Warner il 2 dicembre, un road movie girato in Nuovo Messico nel 2020 e che, intorno a un vecchio, una donna, un ragazzo e un gallo, cuce un’avventura vicina ai temi più cari al regista, attore e produttore, che ha reinventato il genere western aggiungendo inedite sfumature a temi come la perdita, il dolore, il riscatto, la rinascita, la giustizia, l’onore. Ed è superfluo aggiungere che la scena in cui l’attore, dal corpo sempre più fragile e piegato, infila il piede nella staffa a 30 anni da Gli spietati, è destinata a diventare di culto. D’altra parte è stato proprio con quel western, diretto e interpretato nel 1992, che Clint ha guadagnato i suoi primi due Oscar, per film e regia, seguiti da quelli per Million Dollar Baby nel 2005.

La storia di Cry Macho – Ritorno a casa si svolge nel 1979, quando Eastwood al cinema faceva il cowboy per Sergio Leone e il poliziotto per Don Siegel. All’epoca era già passato dietro la macchina da presa dirigendo tra gli altri Brivido nella notte, Lo straniero senza nome, Il texano dagli occhi di ghiaccio, L’uomo nel mirino e Bronco Billy. «L’idea di questo film – dice Eastwood – è nata circa quarant’anni fa. Mi era stato chiesto dal produttore Al Ruddy di portarla sullo schermo, ma io ero troppo giovane per il ruolo del protagonista, quindi proposi la mia regia e l’interpretazione di Robert Mitchum, ma non se ne fece nulla. Due anni fa abbiamo ritirato fuori dal cassetto questa sceneggiatura e mi sembrava fosse finalmente arrivato il momento giusto per lavorarci». Ferito dalla vita nel corpo e nello spirito – Milo ha perso la sua famiglia – il protagonista si rimette in cammino per tenere fede alla parola data, perché così hanno sempre fatto gli eroi un po’ crepuscolari interpretati da Clint. Che dopo aver recitato al fianco di un gorilla nella commedia Fai come ti pare di Buddy Van Horn questa volta è alle prese con un gallo. «Per fortuna i galli non sono animali particolarmente complicati, ma ne abbiamo avuti 11 sul set perché ciascuno di loro sapeva fare una certa cosa. C’era quello capace di volare su un braccio, ad esempio, e quello bravo ad attaccare. È stato uno spettacolo divertente da osservare», aggiunge Eastwood. 

Nonostante non sia propriamente un western, Cry Macho – Ritorno a casa ha offerto al regista l’occasione per tornare su territori geografici ed emotivi a lui familiari. E se il film racconta un doppio percorso di formazione – Mike e Rafo, entrambi alla ricerca di un posto nel mondo, hanno molto da imparare l’uno dall’altro – il viaggio sulle strade del Messico riaccende anche la scintilla di un possibile amore con Marta, una donna che non solo offre riparo ai due, ma sembra riportare Mike alla vita, alla tenerezza e ai sorrisi di un tempo, da spendere però in un luogo diverso, al di là di quel confine con il quale gli americani vogliono a tutti i costi proteggersi.

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