Sguardi documentari sull’Italia e sul mondo

I titoli presentati al TFF mostrano come il documentario sia uno strumento capace di declinare l’esperienza del mondo di oggi, in continuo dialogo con il passato e il futuro. Questo il filo che lega i titoli della sezione TFFdoc/internazionale.doc e TFFdoc/italiana.doc: quest’ultima dal 2000 rappresenta un contributo essenziale per permettere al documentario in Italia di uscire dallo status di fratello minore del grande cinema.  

Rue Garibaldi (2021) – TFFdoc/italiana

Periferia di Parigi. Ines e Rafik, ventenni, lavorano da quando hanno dieci anni. La loro storia è segnata da movimenti precari, interruzioni, cambiamenti e umiliazioni. Nati in Tunisia, sono cresciti in Sicilia, vivono da poco nella capitale francese. Nella casa in cui abitano, il tempo si sospende e la città si fa lontana, «il mondo esterno è come svanito». Mostrano orgogliosi la via in cui vivono: Rue Garibaldi. Il documentario, di Federico Francioni, è supportato dal Musée de l’Histoire de l’Immigration e dal G.R.E.C.

Lievito (2021) – TFFdoc/italiana

Presentato in prima assoluta in concorso nella sezione italiana.doc al TFF 2021, Lievito, degli artisti Cyop&kaf, nasce da una ricerca protratta nel tempo. Il film è un’indagine delle relazioni tra gruppi di adolescenti e le loro guide adulte, incorniciata dalle storie di Bruno Leone e di Peppe Carini. Il primo, decano del teatro di burattini; il secondo, maestro d’infanzia. Le loro voci contribuiscono al racconto di come le radici profonde, le contraddizioni di ogni rapporto tra allievi e maestri, le suggestioni politiche, convivono in una città come Napoli, in cui la scuola non è mai stato l’unico luogo, e nemmeno il primo, in cui imparare a vivere. 

Las y los minuscúles (2021) – TFFdoc/internazionale 

Khristine Gillard, filmmaker belga co-fondatrice del laboratorio cinematografico Labo Bxl, racconta attraverso Las y los minúscules la lotta di Elba, Doña Chica, Gaby e Elyla, della trincea in esilio. Sono quelli che il potere chiama “i minuscoli”. Sono i protagonisti della battaglia civile in Nicaragua, nata nel 2013 dal movimento contadino contro la costruzione di un canale interoceanico, che avrebbe minacciato laghi, foreste, campi agricoli. Nel 2018 diversi gruppi di protesta insorgono dopo gli ennesimi soprusi, dando inizio all’insurrezione. Un film in cui «il montaggio avvicina luoghi distanti anche decine di chilometri» e che mostra la potenzialità del cinema nel processo di sviluppo di una nuova cartografia. 

The First 54 Years – An Abbreviated Manual for Military Occupation (2021) – TFFdoc/FuoriConcorso 

Un documentario collettivo, in cui le voci e le testimonianze dei soldati che hanno partecipato a un’occupazione colonialista dell’esercito israeliano sono il mezzo attraverso cui Avi Mograbi indaga il funzionamento delle pratiche di occupazione e la logica che le guidano. Il regista israeliano ricostruisce una sorta di “Manuale semplificato per l’occupazione militare”, lavorando sui materiali relativi all’occupazione israeliana dei territori palestinesi della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, in corso da 54 anni. 

Si Pudiera Desear Algo (2021) – TFFdoc/internazionale 

“Se potessi desiderare qualcosa.” Reciterebbe così in italiano il titolo Si pudiera desear algo, a sua volta traduzione del titolo di una canzone del 1930 del compositore tedesco Friedrich Holländer, Wenn ich mir was wünschen dürfte. Per la regista Dora Garcia, la frase esprime in modo poetico la complessità della delusione delle donne, delle promesse infrante dalle rivoluzioni. Il film nasce con l’intento di creare l’equivalente contemporaneo di quella canzone degli anni ’30 che lo ha ispirato, possibile colonna sonora per le manifestazioni femministe che si sono svolte a Città del Messico negli ultimi cinque anni. Il film segue due percorsi paralleli: le immagini e i suoni di quelle marce, ma anche la nascita e l’esecuzione della nuova canzone da parte dell’artista trans La Bruja de Texcoco. 

Gaia Ramazzotti

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