Il fronte interno, di Quirico, e gli altri titoli di oggi

Da sempre grande protagonista del Torino Film Festival, il documentario come mezzo di espressione, attraverso la settima arte, della forza dell’essere collettivo è il focus di TFF DOC/NOI  La sezione raccoglie titoli che hanno fatto della molteplicità di voci e di esperienze il filo narrativo che li attraversa e li anima. 

 

Undead Voices (2021)

Partendo dal film amatoriale Donne emergete! (1975) della regista Isabella Bruno, Undead Voices di Maria Iorio e Raphaël Cuomo offre un’illustrazione della diffusione e della distruzione della cultura legata ai movimenti di contestazione nell’Italia degli anni ’70. La coppia di artisti, che negli ultimi anni ha collaborato con diversi produttori in campo artistico, accademico e dell’attivismo, offre un cinema in grado di creare «una temporalità in cui le pratiche artistiche femministe del passato e del presente possono raggiungersi nel tempo e risuonare», grazie alla dimensione spettrale che il cinema riesce a mettere in scena. 

 

È solo a noi che sta la decisione (1976) 

Il film è l’espressione della volontà della sua autrice, Isabella Bruno, di prendere la parola in prima persona, attraverso la cinepresa, nel pieno del dibattito pubblico sull’aborto. È allo stesso tempo un «film militante e amatoriale», che si offre come pamphlet, rimasto invisibile per più di quarant’anni, «contro l’ipocrisia e la violenza di chi si oppone alla libertà di scelta delle donne», offrendo allo stesso tempo un panorama delle posizioni di tutti i partecipanti al dibattito pubblico: partiti, Chiesa, medici, opinione pubblica maschile, femministe.

 

Il fronte interno – Un viaggio in Italia con Domenico Quirico (2021)

Un viaggio che attraversa l’Italia, passando per quattro città: Milano, Aosta, Torino, Palermo. La regia di Paola Piacenza, filmaker e giornalista, accompagna Domenico Quirico, inviato di guerra, alla ricerca di fronti aperti nel proprio Paese. Quattro capitoli di un viaggio che mostra uomini e donne in territori privi di certezze e che si interroga sui modi e sui limiti della narrazione. Una riflessione su quella politica che in Italia «ha scelto di escludere gran parte dei suoi cittadini da ogni possibile visione del mondo e del futuro».

 

Nous (2021)

Seguendo le tappe della RER B, il servizio ferroviario urbano e suburbano che attraversa Parigi, Nous mostra senza filtri le banlieue di Parigi e alcuni abitanti della città, con le loro speranze, i loro desideri, la loro quotidianità. Il “noi” del titolo rievoca un’anima collettiva che respira e attraversa la città. Il punto di vista è quello, interno, della regista Alice Diop che, insieme alla sua famiglia, è parte integrante di Nous in quanto film, ma anche in quanto “noi” che raccoglie e unisce le anime del racconto. 

 

Gaia Ramazzotti 

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