La cura del talento secondo Matilda De Angelis e Gianni Chiffi

Un rapporto di amore, di attrazione e di fiducia, che nasce dall’intuito e si plasma con il tempo. C’è questo alla base del legame che unisce un agente al proprio attore secondo Gianni Chiffi, co-fondatore dell’agenzia Volver e protagonista, insieme a Matilda De Angelis, della masterclass La cura del talento, svoltasi ieri all’interno del Museo Nazionale del Cinema di Torino con la conduzione di Alena Shumakova.

Alla Volver Matilda De Angelis ha mosso i suoi primi passi, aveva 18 anni e non sapeva minimamente cosa significasse fare l’attrice. Fondamentale l’incontro con i suoi due agenti, Gianni Chiffi e Consuelo De Andreis. “Ero una adolescente super arrabbiata che si sentiva strappata via dalla vita” ha spiegato la De Angelis, oggi ventiseienne e con alle spalle una già lunga carriera di riconoscimenti, tra cui il David di Donatello vinto quest’anno come migliore attrice per L’incredibile storia dell’Isola delle rose (e dedicato, nel discorso di ringraziamento, proprio ai suoi due agenti). “Sono arrivata a Roma spaesata dopo i provini a Bologna per Veloce come il vento. Mi sentivo sola e spaventata, ma Gianni ha subito riposto un’enorme fiducia in me e capito che prima di essere un’attrice ero un essere umano”. “L’affetto che ci lega è un grande vantaggio” – ha aggiunto Chiffi – “Io stesso non starei qua se non avessi incrociato Matilda. I suoi risultati sono stati i miei, i miei i suoi”.

Due figure che lavorano in simbiosi, quelle dell’agente e dell’attore, in un percorso segnato dalla convergenza di punti di vista diversi, ma uniti da spunti creativi, progettazione, comunicazione e scelte, con l’obiettivo di portare l’artista ad esprimere al meglio il proprio talento. Talento che – spiega Chiffi – va curato, indirizzato e seguito, senza un particolare libretto d’istruzioni: “Il nostro mestiere si affina con l’intuito, non c’è una metodologia specifica. Scegliamo gli attori spinti dall’attrazione, poi il lavoro diventa una missione. È il tempo a fare un buon agente. Prima soffrivo per i ‘no’, ora ogni tanto me li auguro. Serve tutto.”

Tra i temi affrontati nella masterclass anche il fenomeno del divismo contemporaneo e il rapporto tra vita privata e pubblica. “Il cinema costruisce mondi immaginari e credo che l’attore abbia il bisogno di preservare la sua realtà, la sua intimità, per non ‘svelare’ i trucchi” – spiega Matilda De Angelis – “Rispetto a prima, i tempi sono cambiati: il limite tra privato e pubblico è sempre più vago. Alcuni attori si espongono di più come strumento di empatia, per sensibilizzare sugli argomenti che ci stanno più a cuore. Io cerco di bilanciare i due aspetti”.

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