Lotta di classe/Ain’t No Mercy for Rabbits/Junko

TFF DOC/ITALIANA

LOTTA DI CLASSE

Maestro di scuola elementare della Liguria, Emilio Sidoti credette fortemente nel cinema come metodo pedagogico volto all’autodeterminazione. Decise così di mettere alla prova i suoi studenti chiedendo loro di produrre filmati su qualsiasi cosa sentissero di dover comunicare agli altri.

Demetrio Giacomelli (già incontrato al TFF prima nel 2018 con il cortometraggio Drive-in, poi l’anno dopo con L’uomo raccoglitore) ripercorre i passi di Sidoti in un documentario che, in parte, continua il suo esperimento, dandogli nuova voce e risonanza.

Nel 1972 gli studenti di Sidoti scrivevano:  “Se facciamo dei film nostri, ci sarà più facile capire quelli degli altri”; questioni esistenziali, insomma, che ritornano a tutte le età, in tutti i paesi e sotto ogni forma.

TFF39 CORTI

JUNKO

Quando l’esordiente Minsho Limbu lesse un articolo di cronaca che riportava la notizia di una giovane neo-sposa suicidatasi dopo le nozze, ne rimase colpito. Il fatto che avesse scelto la morte come rimedio alla solitudine sperimentata subito dopo le nozze, lo colpì nel profondo, tanto da fargli desiderare di scrivere per lei un altro finale, contenuto proprio in questo intenso cortometraggio. Così nasce Junko: per riportare quella giovane davanti a una nuova scelta e per farle scegliere la vita. Nonostante tutto.

AIN’T NO MERCY FOR RABBITS

Solitudine e resilienza sono ingredienti usati anche in questo corto della pluripremiata regista Aliza Brugger (già ottima sceneggiatrice nel suo lavoro Roadkill del 2020). La cineasta statunitense, incline a indagare tematiche oggi assai sensibili quali sessualità, relazioni femminili e lotte sul gender, stavolta lancia una feroce e cruda critica all’umana indolenza su questioni come la salvaguardia dell’ambiente e il cambiamento climatico.

La catastrofe più sentita dall’uomo (quella della morte) diviene il simbolo di tante altre e culmina nel trapasso della nonna di Roan. La donna, dopo una brutta malattia, sembra portar via con sé, neanche troppo metaforicamente, tutta l’acqua potabile, unica garante di vita sul pianeta.

Arianna Sofia Staderini

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