IN QUESTA PAGINA:
- I cinquant’anni di Arancia Meccanica con Malcolm McDowell
- Le masterclass del giorno: Cortellesi, Noemi, Servillo
Malcolm McDowell ha interpretato più di 280 tra film e serie tv e ha vinto decine di premi in tutto il mondo per il suo lavoro d’attore, ma dal 1971 è diventato e fino ad ora è rimasto per tutti noi Alex, il temibile leader dei Drughi che imperversano in Arancia Meccanica. il capolavoro scritto, prodotto e diretto da Stanley Kubrick (1928 – 1999), tratto dall’omonimo romanzo distopico scritto da Anthony Burgess nel 1962.
Inevitabile allora che sotto la Mole, per festeggiare i 50 anni del film (era giunto nelle sale italiane il 7 settembre 1972, dopo la proiezione alla Mostra di Venezia che valse a Kubrick il Premio Pasinetti), Malcolm McDowell sia uno degli ospiti d’onore. L’attore terrà una masterclass in cui i ricordi di quel leggendario set si incroceranno con le sue riflessioni sull’evoluzione della settima arte e sul momento di crisi che oggi sta attraversando. Com’è noto Arancia Meccanica mostra Alex e i suoi Drughi Pete (Michael Tarn), Georgie Boy (James Marcus) e Dim (Warren Clarke) dedicarsi a stupri, furti e ultra-violenza, dopo essersi “pompati” nel locale Korova Milk Bar bevendo lattepiù (cioè un latte corretto con mescalina e altre sostanze stupefacenti). Le loro imprese criminali sono punteggiate dalla colonna sonora di Walter, ora Wendy Carlos, che rilegge arrangiandoli e stravolgendoli al sintetizzatore celebri temi classici, come l’ouverture del Guglielmo Tell di Rossini e il 4° movimento della Nona Sinfonia di Beethoven. Un gioco tra musica e immagini che mette a contrasto la violenza delle scene con il tono della colonna sonora, in cui Kubrick porta alle estreme conseguenze il sincretismo musicale con cui il geniale Carl Stalling sonorizzava i cartoon Warner Bros degli anni ’40. Un metodo questo che, decenni dopo, è stato ripreso da Quentin Tarantino per le colonne sonore dei suoi film.
Una curiosità da ricordare infine è come sia stata scelta Singin’ in the Rain per accompagnare la scena del pestaggio e dello stupro a casa dello scrittore. McDowell ha raccontato che Kubrick, non trovando una chiave che lo soddisfacesse per girare la sequenza, chiese all’attore di provare a cantare e ballare. McDowell improvvisò Singin’ in the Rain e dopo solo tre ore Kubrick aveva già acquistato i diritti della canzone.
Il resto è storia del cinema.
A CLOCKWORK ORANGE
UK, USA 1971, Regia Stanley Kubrick Interpreti Malcolm McDowell, Patrick Magee, Michael Bates, Warren Clarke, John Clive, Adrienne Corri, Carl Duering, Paul Farrell, Clive Francis, Michael Gover, Miriam Karlin, Produzione Warner Bros., Hawk Films Durata 136’
Oscar Cosulich
Le Masterclass del 26 novembre: Paola Cortellesi, Noemi e Toni Servillo
Il programma di incontri del 40° Torino Film Festival si apre con tre ospiti di primissimo piano: l’attrice, comica, sceneggiatrice e regista Paola Cortellesi, la cantante Noemi, l’attore Toni Servillo. Ciascuno di loro, nella giornata di sabato 26 novembre, sarà protagonista di una distinta masterclass nella quale esplorerà il suo rapporto col cinema da uno specifico punto di vista, in ossequio all’idea di François Truffaut secondo cui ognuno ha due mestieri: il proprio, e quello di critico cinematografico.
Alle ore 15 presso il Cinema Greenwich, riflettori su Paola Cortellesi, mattatrice della nostra commedia contemporanea con titoli come Nessuno mi può giudicare (per il quale vince il David di Donatello nel 2011), Sotto una buona stella (2014), La Befana vien di notte (2018), Figli (2019) e i film diretti da Riccardo Milani Scusate se esisto! (2014), Mamma o papà? (2017), Come un gatto in tangenziale (2017), Ma cosa ci dice il cervello (2019), Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto (2021).
In questi ultimi lavori Cortellesi è anche sceneggiatrice, e proprio sulla sua esperienza di scrittura per il cinema sarà focalizzato l’incontro torinese. Senza dimenticare naturalmente i molti altri volti di un talento poliedrico che ha spaziato tra generi e media, dalla radio al teatro passando per la televisione, dove è stata di recente la detective Petra, nella serie Sky diretta da Maria Sole Tognazzi e ispirata ai libri di Alicia Giménez-Bartlett. In attesa di vedere il suo primo lungometraggio da regista, C’è ancora domani, atteso per il 2023.
Si prosegue al Cinema Massimo (ore 17) con Noemi, alias Veronia Scopelliti: la cantante, già star di X Factor e per sette volte al Festival di Sanremo (l’ultima nel 2022 col brano Ti amo non lo so dire), ha una profonda connessione con la settima arte. Tra le altre cose, infatti, Noemi ha scritto cortometraggi, partecipato alla miniserie tv Rai Baciato dal sole nella parte di se stessa, prestato la sua voce alla versione italiana del film Disney Ribelle – The Brave (2012) e soprattutto ha dedicato i suoi studi universitari al cinema, oggetto delle sue tesi di laurea triennale e magistrale. Una passione che racconterà all’evento del TFF.
Gran finale al Cinema Romano (ore 18.30) con uno dei maggiori interpreti italiani in attività, Toni Servillo. L’attore partenopeo ripercorrerà la sua carriera fra teatro e cinema fatta (anche) di grandi film con registi come Mario Martone (Morte di un matematico napoletano, Rasoi, I vesuviani, Teatro di guerra, Qui rido io) e Paolo Sorrentino (L’uomo in più, Le conseguenze dell’amore, Il divo, il Premio Oscar 2013 La grande bellezza, Loro, È stata la mano di Dio).
Tra i molti riconoscimenti cinematografici vinti da Servillo, quattro David di Donatello per Le conseguenze dell’amore, La ragazza del lago, Il divo (per questi tre ruoli ottiene anche il Nastro d’argento) e La grande bellezza. Per quest’ultima performance, assieme a quelle dello stesso anno in Viva la libertà di Roberto Andò e Bella addormentata di Marco Bellocchio, all’attore va poi un Nastro d’argento speciale nel 2013, e nel 2020 riceve quello alla carriera. È stato inoltre il Superciak d’oro del 2021. Tra i suoi ruoli più recenti anche l’intenso dramma carcerario Ariaferma (in coppia con Silvio Orlando) diretto da Leonardo di Costanzo e La stranezza di Andò (dove interpreta Luigi Pirandello), salutato da un clamoroso successo di pubblico.
Emanuele Bucci