PANTAFA
(22:00, cinema Greenwich 2)
Unico italiano in concorso nella sezione Crazies del Torino Film Festival, è finalmente arrivato il momento del Pantafa di Emanuele Scaringi. Un horror rurale con il quale il regista romano di Il ragno la mosca torna alla regia di un lungometraggio dopo la recente serie tv Bangla e il precedente La profezia dell’Armadillo, basato sull’albo a fumetti di Zerocalcare.
Come si intuisce, stavolta l’ispirazione è di tutt’altra natura, considerato l’ambito horror e fantastico nel quale il TFF ha scelto di presentarlo al pubblico. Punto di partenza una leggenda popolare diffusa in diverse regioni italiane (Marche e Abruzzo su tutte) che si rifà alla figura tradizionale di una creatura – spesso una donna anziana – che si insinua nelle case per sedersi sul petto delle sue vittime e rubare loro il respiro.
Una “raffigurazione del mostro”, una “rappresentazione del male”, come la definisce il regista, una delle tante incarnazioni della nostra parte più buia e del “male oscuro che ci consuma quotidianamente e rode ogni nostra piccola sicurezza”. Sullo schermo quello che perseguita la giovane Maria interpretata da Kasia Smutniak e sua figlia Nina, costrette a trasferirsi nel piccolo borgo di montagna di Malanotte.
Una realtà diversa, fatta di riti e superstizioni, alla quale le due non sono abituate, e nella quale cercando di sfuggire alle paralisi ipnagogiche di cui soffre da qualche tempo la bambina. Un disturbo del sonno che può portare ad avere stati allucinatori, e che offre terreno fertile per le suggestioni che il regista promette agli spettatori.
Non a caso, da subito gli incubi di Nina si fanno sempre più vividi e ci mostrano una figura spettrale che la immobilizza e le ruba il respiro. Forse la Pantafa. Forse no. Ma, come sottolinea ancora Scaringi: “La Pantafa è una parte di noi, parla delle nostre bassezze più recondite. Quello che spaventa non è l’orrore mostrato ma il non visto, l’orrore che viene evocato. Quello che non si potrebbe raccontare. D’altronde le storie dell’orrore servono anche a questo, a trasformare, tramandare e liberarsi delle nostre paure e debolezze”.
Italia, 2022, regia Emanuele Scaringi, con Kasia Smutniak, Greta Santi, Mario Sgueglia, Betti Pedrazzi, Mauro Marino, Giuseppe Cederna, Francesco Colella. Durata 105′