Dry Ground Burning, nel Brasile di Bolsonaro

DRY GROUND BURNING
(16:30 cinema Greenwich)

Mato seco em chamas, Brasile/Portogallo, 2022. Regia Joana Pimenta, Adirley Queirós. Durata 2h e 33’.

Un po’ western femminista e un po’ distopia alla John Carpenter nel Brasile del Presidente di estrema destra Jahir Bolsonaro: è Dry Ground Burning di Joana Pimenta e Adirley Queirós, in gara mercoledì 30 novembre per il Concorso Documentari Internazionale del 40° Torino Film Festival.

Tra le mura del carcere femminile di Brasilia echeggia la storia di Léa, entrata nel 2019 a far parte della banda fondata dalla sorella Chitara, nella favela di Sol Nascente: il business, raffinare benzina da un oleodotto sotterraneo clandestino, rivendendola ai rider in motocicletta che ne hanno bisogno per sopravvivere. Così, racconta Léa, Chitara «ha fatto la Storia… Avevamo Sol Nascente in pugno, abbiamo incasinato le cose. Abbiamo davvero incasinato le cose».

I due registi non sono nuovi al pubblico dei festival: la portoghese Joana Pimenta ha diretto, tra le altre cose, il film An Aviation Field, in concorso al 69° Locarno Film Festival. Sempre a Locarno, l’anno successivo, il brasiliano Adirley Queirós ha portato il suo Once It Was Brasilia, vincendo la Menzione speciale Signs of Life.

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