Protagonisti 2/ Marco Bocci racconta la sua «favola nera»

Presentato fuori concorso al 40° TFF – Torino Film Festival, nella sezione “Favolacce”, La caccia, film che segna il ritorno dietro la macchina da presa di Marco Bocci a tre anni dal suo esordio nella regia con A Tor Bella Monaca non piove mai.

La storia è quella di quattro fratelli, interpretati da Laura Chiatti, Filippo Nigro, Pietro Sermonti e Paolo Pierbon, costretti a fare i conti con un’eredità lasciata dal proprio padre dietro la quale si cela un forte trauma. Ognuno di loro convive con il ricordo – offuscato – di quel trauma, che li porterà a confrontarsi l’un l’altro una volta per tutte.

«Il film prende spunto da un mio percorso simile per quanto riguarda i ricordi: quattro anni fa ho avuto un encefalite erpetica che mi ha provocato dei danni alla memoria ha spiegato Bocci – Ho rimosso tante parti del mio passato, tuttora ho una memoria a breve termine, non ricordo alcune cose che mi sono accadute da bambino. Ragionando su questa cosa, mentre cercavo di accettarla, ho iniziato a fantasticare su quanto potesse compromettere l’esistenza di una persona non avere ricordi. E mi sono domandato se talvolta non sia un bene. Da lì ho rielaborato nella mia testa questa storia drammatica, attualizzandola in un contesto contemporaneo».

L’impianto narrativo scelto da Bocci è quello della «favola nera», inserita a livello diegetico dalla lettura vera e propria di una fiaba dei fratelli Grimm, intitolata I quattro ingegnosi fratelli. «Mi piaceva l’idea di raccontare l’insegnamento all’opposto che questi genitori danno ai propri figli. La favola nera era quella leggeva la madre ai bambini, che racconta il percorso di 4 fratelli costretti a dividersi ma che poi riescono, grazie al grande amore che gli era stato insegnato dalla madre, ad affrontare con ingegno le avventure della vita. È stato questo il mantra costante: raccontare il conflitto tra gli insegnamenti amorevoli della madre e quelli all’opposto del padre. Cosa riusciva a vincere poi veramente? Il film insegna che avere un’infanzia segnata da qualcosa di storto può spronarti a sopravvivere, ma alla fine non riuscirai mai a dimenticarlo pienamente».

Il cast

Bocci sceglie di affidare l’unico personaggio femminile della storia a Laura Chiatti, sua moglie nella vita reale. Una scelta pensata fin dalle prime fasi di scrittura, racconta: «Artisticamente parlando, lavorare con Laura è stato come mi aspettavo. È molto generosa come attrice e so che quando sposa un progetto che le piace, ci si butta completamente dentro. Ha interpretato il personaggio come lo volevo, ma è andata anche al di là, regalandomi sfumature e corde che non avevo visto. A livello personale, poi, è stato piacevole perché mi sentivo in famiglia».

Anche il nome di Pierobon è sopraggiunto in fase di scrittura, mentre Nigro e Sermonti sono sopraggiunti in fase di casting: «Pietro è stato uno dei primi ai quali abbiamo pensato, ma la situazione si era complicata perché stava girando Boris nello stesso periodo. Ci siamo impegnati per incastrare le sue presenze e alla fine, per fortuna, ci siamo riusciti. Quando ti entra in testa un nome cominci a vedere quel personaggio solo con quel volto».

Qui di seguito la nostra video intervista a Marco Bocci, Pietro Sermonti e Paolo Pierobon

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