Al TFF è il giorno di Paolo Conte, protagonista di un film in musica firmato Caterina Caselli

Paolo Conte alla Scala, il Maestro è nell’anima

Fuori concorso

Non poteva restare un unicum quel concerto alla Scala di Milano del febbraio scorso, così Caterina Caselli ha deciso di farne un film documentario, nelle sale il 4, 5 e 6 dicembre, per restituire a Paolo Conte quel che la sua musica ha dato e continua a dare al pubblico. Paolo Conte alla Scala, il Maestro è nell’anima, diretto da Giorgio Testi, prodotto da Sugar Play e distribuito da Medusa,  entra nell’anima del maestro, lo osserva dietro le quinte durante le prove, racconta il suo rapporto con la musica e con i suoi musicisti, mentre la sua voce di oggi si mescola con quella di lui da giovane, attraverso le immagini di repertorio e dell’archivio di famiglia. «Paolo Conte alla Scaladichiara Caterina Caselli di Sugar Music è la realizzazione di un sogno che viene da molto lontano, è un’idea fissa che mi ha perseguitato per anni, praticamente da quando ho cominciato a collaborare con lui per divulgare e valorizzare la sua arte a livello internazionale, in sintonia col suo manager Renzo Fantini. Sono da sempre invaghita delle sue qualità artistiche, riflesso di una complessità che va ben al di là delle sue splendide canzoni: le parole, la musica così colta, ispirata e allo stesso tempo diretta e popolare, i disegni, la sua stessa presenza scenica così unica. La sua classe. Qualche tempo fa, assistendo ad un suo concerto, si è risvegliata in me prepotente quell’idea da sempre cullata che un artista di quella grandezza potesse esibirsi nel più importante teatro musicale italiano: La Scala. Lo scorso 19 febbraio il maestro con la sua orchestra ha trionfato, come è giusto che sia, chiudendo il concerto fra applausi scroscianti e la tenacia vince sempre».

Da 250 anni tempio della musica classica e del balletto, il Teatro della Scala ha aperto le porte a un artista rappresentante della musica popolare in Italia, prima di lui c’erano stati soltanto Milva nel 1975 e Keith Jarrett nel 1995. Conte è amatissimo anche all’estero: il New York Times ne ha lodato la voce ruvida da fumatore, lo stile pianistico che spazia dall’honky-tonk al tango palace e la visione del mondo da consumato romantico, il Wall Street Journal ha scritto che ascoltare le sue canzoni è come sentire nelle orecchie un film di Fellini, mentre Le Figaro ha celebrato un italiano anacronistico per alcuni, intramontabile per altri, diventato un’istituzione senza aver cercato di diventarlo. Accompagnato da un’orchestra di dieci elementi, il concerto scaligero, oltre al film documentario, è diventato anche un disco, uscito il 24 novembre, in formato esclusivamente fisico, ovvero vinile e cd, un lusso che soltanto Paolo Conte poteva permettersi. Accolto da standing ovation e da un pubblico di colleghi in sala, tra cui Jack Savoretti e Vinicio Capossela, Conte ha lasciato parlare la sua musica, usando poche parole, «la Scala – ha detto in apertura – rappresenta qualcosa di unico». 

Per raccontare questo progetto e i tanti che hanno segnato la sua carriera Caterina Caselli terrà oggi una Masterclass al TFF Media Center. Prima di lei a raccontarsi al pubblico di Torino sarà il regista e sceneggiatore tedesco Christian Petzold. 

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