Al via il Concorso con “Linda e il pollo” e “Soleils Atikamekw”

I primi due lungometraggi in Concorso al Torino Film Festival 41

In questa pagina

  • Linda e il pollo di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach
  • Soleils Atikamekw di Chloé Leriche

 

LINDA E IL POLLO (LINDA VEUT DU POULET! – CHICKEN FOR LINDA!)

Di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach

CONCORSO LUNGOMETRAGGI

Francia / Italia, 2023, 76′

Qualche tratto, linee semplici e macchie di colore definiscono l’animazione fluida e gradevole di Linda e il pollo, già vincitore del Cristallo d’argento all’Annecy Animation Film Festival e ora nella cinquina dei finalisti all’EFA – European Film Awards nella categoria European Animated Feature Film.

Il film, presentato in concorso al 41esimo Torino Film Festival, è diretto da Chiara Malta, già autrice di una premiata trilogia di cortometraggi per l’infanzia, e Sébastien Laudenbach, maestro dell’animazione francese, che insieme danno vita ad una commedia animata divertente, piena di ritmo e dolcezza. Il film, una copruduzione Italia-Francia, sarà distribuito nel 2024 da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

Linda e il pollo, trama

Linda è una bimba che vive con la sua mamma Paulette e come ad ogni bambino anche a lei piace giocare con i suoi tesori, ma un giorno viene ingiustamente da lei accusata di aver perso il suo anello più prezioso. Paulette, si arrabbia, la mette in castigo, ma Linda sa di essere innocente e presto anche la mamma lo scopre e sente di doversi far perdonare. Linda allora esprime un desiderio, che pare piccino, semplice e insignificante, ma in realtà non solo si rivelerà ben più complicato del previsto da realizzare, ma anche assai prezioso sia per la mamma che per la figlia.

Con tanto realismo, schiettezza e un pizzico di umorismo, Linda e il pollo è un film che riesce a parlare a grandi e piccini divertendo con una storia che non potrebbe essere più comune di così, eppure impreziosita da una cura nella narrazione e nella grafica affascinante.

Un gatto, la zia, un pollo, il pollaio, due poliziotti maldestri e un camioncino dei cocomeri nel giorno di un ordinario sciopero generale diventano gli elementi di una sfida vorticosa dai risvolti imprevedibili che porterà le protagoniste a recuperare una memoria preziosa.

Senza ricorrere alla magia o a mondi fantastici, Linda e il pollo racconta, usando il punto di vista di un bambino, come un piccolo evento della vita quotidiana comune ad ogni famiglia possa trasformarsi in un’avventura esilarante e poetica e tratta con semplice delicatezza anche temi seri, come il rapporto tra madre e figlia, l’amicizia e il vivere comune, e a volte dolorosi, come l’elaborazione del lutto.

“Linda e il pollo è un film tenero e divertente, per tutta la famiglia. Un film che parla d’infanzia come farebbe un bambino, senza leziosaggini né ampollosità, in modo scanzonato, impertinente e poetico”, i registi Sébastien Laudenbach e Chiara Malta.


SOLEILS ATIKAMEKW / ATIKAMEKW SUNS

Di Chloé Leriche

CONCORSO LUNGOMETRAGGI

Canada, 2023, 103′

Un ibrido tra documentario e finzione, Soleils Atikamekw è liberamente ispirato liberamente ai sogni, alle impressioni e ai ricordi dei parenti delle cinque vittime dell’incidente avvenuto il 26 giugno 1977 in Quebec.

Per sette anni, la regista, sceneggiatrice e produttrice del film Chloé Leriche, nativa della comunità Atikamekw, ha lavorato a stretto contatto con le cinque famiglie per coinvolgerle davanti e dietro la macchina da presa. In Canada, nonostante le apparenze, il razzismo contro le Prime Nazioni è ancora presente nei servizi pubblici.

Soleils Atikamekw, trama

Quebec, 26 giugno 1977: un veicolo cade in un fiume a St-Michel-des-Saints, cinque persone della comunità di nativi Atikamekw di Manawan sono trovate morte, due cittadini del Quebec sono fuggiti. La polizia conclude che si è trattato di un incidente, ma per le famiglie delle vittime le domande rimangono senza risposta e restano in attesa di giustizia.

Intimo, politico e poetico, Soleils Atikamekw è un film corale che racconta ciò che è accaduto a Manawan in una comunità Atikamekw situata nel Quebec (Canada) il 26 giugno 1977 e denuncia il razzismo ancora radicato nella regione e nei servizi pubblici canadesi. Sospeso tra realismo e sogno, il film prende la giusta distanza da quell’evento per raccontare una situazione di disagio generalizzata e reiterata.

“Cinque giovani Atikamekw persero tragicamente la vita lì. Tuttavia, gli eventi legati alla loro morte sono rimasti poco chiari perché la polizia ha agito come se la loro scomparsa non avesse alcuna importanza. Questo razzismo è insidioso e troppo spesso passa inosservato. E, nonostante i discorsi dei nostri governi e le inchieste pubbliche, gli eventi che lo testimoniano sono numerosi e continuano ad accumularsi. Quando ho sentito parlare del 26 giugno 1977, ho capito che era questo tipo di eventi a spiegare ciò che ho visto a Manawan: la sfiducia dei giovani, la loro difficoltà a proiettarsi nel futuro, le ondate di suicidi. Dopo la tragedia, è subentrata la vergogna e la comunità è rimasta chiusa in un silenzio pernicioso. Abbiamo smesso di parlare del 26 giugno 1977”, Chloé Leriche.

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