Film in concorso oggi: “Camping du lac” e “White Plastic Sky”

IN QUESTA PAGINA:

  • Camping du lac
  • White Plastic Sky

 

CAMPING DU LAC

Belgio/Francia, 2023, Regia Éléonore Saintagnan Interpreti Éléonore Saintagnan, Anna Turluc’h, Jean-Benoît Ugeux, Rosemary Standley, Wayne Standley. Durata 70’

«Nel mio lavoro c’è sempre qualcosa di strano. Mi piace usare luoghi reali e attori non professionisti, ma li metto ai margini della realtà. Faccio un passo indietro rispetto ad essa. Questo campeggio mi sembrava già strano quando ci sono arrivata. Ho visto un bisonte che non si muoveva, circondato da pecore e dalla statua di un capo indiano. Vengo da una formazione documentaristica, ma questo è esattamente il tipo di cinema che voglio fare. Quello che ti fa pensare: “C’è qualcosa di strano, ma cos’è?”». La regista Éléonore Saintagnan presenta così Camping du Lac che, dopo essere stato presentato al Locarno Film Festival, approda ora al TFF. Il film mostra la sua regista e interprete in viaggio verso ovest quando la macchina le si guasta in Francia, nella campagna bretone. Costretta a una sosta forzata Éléonore affitta un bungalow in un campeggio con vista sul lago e dagli abitanti della zona sente parlare di una creatura leggendaria che vive in quei boschi. Insieme alle storie dei villeggianti e ai ricordi della sua infanzia ha così l’occasione di guardarsi dentro, dando libero sfogo alla sua immaginazione in un viaggio tra passato e presente.

La formazione documentaristica dell’autrice le offre l’opportunità di collegare la realtà ai racconti leggendari dell’agiografia e delle leggende popolari, in un elogio del racconto che è anche parabola ecologica.


WHITE PLASTIC SKY

Ungheria/Slovacchia, 2023, Regia Tibor Bánóczki, Sarolta Szabó, Animazione in tecnica mista con modelli 3D e Rotoscope. Durata 111’

Per chi pensa ancora che l’animazione sia un genere (per di più rivolto ai bambini) e non un mezzo espressivo, arriva la risposta di questo film d’animazione post-apocalittico del duo di registi e sceneggiatori ungheresi Tibor Bánóczki e Sarolta Szabó. White Plastic Sky, passato nella sezione competitiva Encounters della Berlinale, è ora in concorso al TFF e affronta le principali questioni ambientali della nostra epoca, oltre a temi etici senza tempo. Nel 2123 il nostro pianeta è una terra desolata, senza flora né fauna e le persone vivono in città racchiuse in cupole protettive. Senza risorse naturali a disposizione, ad eccezione dell’acqua, gli esseri umani sono la risorsa più grande: le persone possono così vivere fino a 50 anni, poi nei loro corpi è impiantato un seme che li trasformerà in alberi in laboratori speciali, come la Piantagione situata in quello che un tempo era il Lago Balaton. Ambientata a Budapest, la storia segue le vicissitudini dello psichiatra ventottenne Stefan (Tamás Keresztes) e di sua moglie Nora (Zsófia Szamosi) che, a soli 32 anni, fa domanda per l’impianto, consegnando il suo corpo alla città. Alla base della scelta c’è un lutto che la donna non è riuscita a superare.

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