Fuori Concorso: Il punto di rugiada, l’omaggio di Marco Risi al padre Dino

IL PUNTO DI RUGIADA

Italia, 2023, DCP, 112′

di Marco Risi

È un omaggio al padre Dino, maestro della commedia all’italiana, il film diretto da Marco Risi che sarà presentato oggi Fuori Concorso al 41esimo Torino Film Festival, Il punto di rugiada. Nel film Alessandro Fella e Roberto Gudese sono due giovani condannati ai lavori socialmente utili in una casa di riposo, dove riceveranno una grande lezione di vita in particolare dai personaggi di Massimo De Francovich, che non a caso si chiama proprio Dino, e di Luigi Diberti.

Il punto di rugiada, trama

Carlo (Alessandro Fella), un ragazzo viziato e sregolato, una notte mentre è ubriaco provoca un incidente d’auto nel quale rimane gravemente sfigurata la sua fidanzata. Per questo viene condannato a scontare un anno di lavori socialmente utili in una casa di riposo. Insieme a lui a Villa Bianca c’è anche Manuel (Roberto Gudese), un giovane spacciatore colto in flagrante. Luisa (Lucia Rossi), infermiera che lavora da anni nella struttura, guiderà i due ragazzi in un mondo senza età dove condivisione, conforto e accoglienza cambieranno per sempre il loro sguardo sul mondo e sulla vita.

“Erano circa tredici anni che pensavo a questo film sui vecchi e, nel frattempo, si può dire che lo sono diventato. Contemporaneamente nasceva l’idea di scrivere un libro che avesse a che fare con mio padre, ‘Forte respiro rapido’. Alla fine, nel 2019, con Riccardo de Torrebruna e Francesco Frangipane ci siamo chiusi nella casa del Circeo e ne siamo usciti solo con una scaletta finalmente convincente. Mentre poi scrivevamo la sceneggiatura affioravano qua e là pezzi di ‘Forte respiro rapido’ che chiedevano sempre più insistentemente di far parte del film. Addirittura, il protagonista vecchio si volle chiamare Dino. Fra l’altro sapevo che, negli ultimi anni di vita, mio padre avrebbe voluto fare un film sui vecchi. Se ci lasciamo avvolgere dal sentimento che anima un film, se qualcosa rimane, allora vuol dire che ne è valsa la pena”, Marco Risi.

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