Girasoli, l’esordio alla regia di Catrinel Marlon con Gaia Girace tra amore e malattia

La nostra video intervista a Catrinel Marlon e Gaia Girace

Anni ’60. Un amore impossibile tra due ragazze nasce per caso tra le mura di un ospedale psichiatrico, più simile a una prigione che a un istituto di cura. È la storia di Girasoli, l’esordio alla regia di Catrinel Marlon presentato Fuori concorso al 41° Torino Film Festival, dov’è anche Madrina.

Il film, interpretato da Gaia Girace, Mariarosaria Mingione, Monica Guerritore Pietro Ragusa è ispirato ad una storia vera che ha toccato da vicino la regista e i suoi familiari. «Ho vissuto la follia per tanti anni in famiglia», ha raccontato a Ciak Catrinel Marlon. «Girasoli è la sintesi di due aspetti che hanno segnato la mia vita. Mi sono ispirata alla storia di una mia zia che vive in Romania e ad una lettera d’amore risalente al 1888 che ho trovato in un ex manicomio di Siena. L’ho trasportata negli anni ’60 per raccontare una precisa realtà che avevo in mente e che ci porta a riflettere anche su quello che sta succedendo adesso». 

Al suo esordio in un lungometraggio dopo le intense esperienze televisive con L’amica geniale e The Good MothersGaia Girace si è immersa in un altro ruolo complesso, quello di Lucia, una quindicenne schizofrenica preda di cure sperimentali all’interno del manicomio. Seguita da due medici con linee di pensiero opposte, Lucia troverà uno spiraglio di luce nella giovane infermiera Anna, con la quale instaura un legame particolare. Un ruolo «pesante a livello emotivo», come rivela la giovane attrice a Ciak, che le ha «permesso di entrare in un’altra epoca e toccare da vicino una situazione umana che l’sempre colpita». 

Guarda qui l’intervista a Gaia Girace e Catrinel Marlon

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