I film di oggi: da “Le belle estati” a “Notre corps”

Al via il 25 novembre le due sezioni competitive del Torino Film Festival dedicate al cinema del reale: Concorso documentari Italiani e Concorso documentari internazionali.

Per la prima, Mauro Santini firma Le belle estati, dove il grande scrittore Cesare Pavese ispira ancora una volta la settima arte. Il regista di De Salento e Flor de Baixa traduce le pagine del letterato caro a Torino, e in particolare i libri La bella estate e Il diavolo sulle colline, nel contesto di un liceo contemporaneo di Pesaro, in quello che definisce «un gioco di specchi tra le belle estati dei giovani dei due romanzi e quelle degli studenti e studentesse che hanno partecipato alla realizzazione; è anche la verifica di quanto i giovani possano percepire vicine e attuali queste tematiche, a distanza di oltre settant’anni dalla loro scrittura e di circa quaranta dalle mie letture giovanili di Pavese».

Sempre per la sezione sui doc italiani, troviamo Tempo di attesa, riflessione sulla maternità che vede al centro un’ostetrica e una comunità di donne in gravidanza che si forma nel parco del Bosco di Capodimonte (Napoli): «Quando ho scoperto di essere incinta», racconta la regista Claudia Brignone, «mi sembrava che tutti avessero un’opinione e una verità sulle cose giuste da fare. Mi sentivo indirizzata su una traiettoria che avevano deciso altri per me, frutto di quelle che mi sembravano consuetudini e pratiche standardizzate, e dalle scelte compiute dalle altre donne della mia famiglia. Mi sono chiesta se ci poteva essere un altro modo, più personale, di affrontare il totale sconvolgimento che stavo vivendo. È da queste mio “cercare” che nasce questo film».

Un’immagine del doc Tempo d’attesa.

S’interroga sul ruolo dell’intellettuale Getting Older Is Wonderful di Fabrizio Polpettini, che ripercorre vita e opere del poeta iraniano esule in Olanda Kader Abdolah (suo il libro La casa della moschea), mentre ne La meccanica delle cose di Alessandra Celesia (una coproduzione franco-tedesca) la riparazione dei corpi e delle anime è il tema di una ricerca che prende le mosse dall’episodio di un gatto sopravvissuto a una caduta dall’ottavo piano. Viaggiamo poi nel museo del collezionista di mappe David Rumsey con A Stranger Quest di Andrea Gatopoulos (che mette insieme produttivamente Italia, USA e Canada).

La competizione dei doc internazionali vede in primo piano una cineasta Orso d’oro, la spagnola Carla Simón (Alcarràs – L’ultimo raccolto), in Notre corps, un altro film che si sofferma sulla forza e la complessità femminili, osservando e ascoltando le ospiti del reparto di ginecologia di un ospedale di Parigi e confessandosi nella propria stessa malattia.

Un’immagine di Notre corps.

Nella stessa sezione abbiamo inoltre Retratos Fantasmas e Pelikan Blue. Nel primo, il regista Kleber Mendonça Filho indaga l’architettura della sua città, Recife (Brasile), e riflette sul suo stesso cinema, riportandoci indietro a un’epoca dove la sala era l’indiscusso luogo dove fruire collettivamente i film e viaggiare con l’immaginazione. Dall’Ungheria proviene l’animato Pelikan Blue di László Csáki, storia di tre ragazzi che al tramonto del regime filosovietico migrano a ovest con biglietti falsi per inventarsi un altro, proficuo modo di lavorare.

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