I film di oggi: Diamond Marine World e Smiling Georgia

Mercoledì 29 novembre sono due le novità che ci riserva il Concorso Documentari Internazionali del 41° Torino Film Festival portandoci in Paesi fotografati nelle rispettive difficoltà e contraddizioni politiche: il Myanmar (o Birmania) di Diamond Marine World e la Georgia di Smiling Georgia.

Al centro del primo, nello Stato dove dal 2021 il potere è detenuto da una giunta militare che ha rovesciato il governo di Aung San Suu Kyi, troviamo il taiwanese Du e la coppia formata dalla birmana cinese Sue e suo marito Jojo, tutti e tre impegnati nella coltivazione di gamberi: essi, anticipa la regista Huang Hsiu-Yi, «lavorano per arricchirsi. Ognuno di loro ha fatto scelte importanti e veri e propri sacrifici per cercare di avere successo. Hanno anche perso fiducia in loro stessi a causa di demoni e conflitti interiori».

Lo sguardo della cineasta taiwanese segue dunque i protagonisti ponendosi una domanda: «Come si definisce il successo all’interno di diverse culture e sistemi di valori? Con il diventare ricchi o con la capacità di vivere nel presente? In questo film, penso che il pubblico possa intravedere la profonda umanità di questo Paese estraneo, la Birmania, e poterlo così comprendere».

Dall’altra parte, in Smiling Georgia il regista Luka Beradze (Sorry for Being Late) affronta con ironia un episodio emblematico, quello dell’ex presidente georgiano Mikheil Saak’ashvili che, durante la campagna elettorale del 2012, nella speranza di accrescere il proprio consenso promette cure odontoiatriche gratis per le persone meno abbienti. Peccato che l’auspicata vittoria non arrivi, con buona pace di chi ormai ha avuto rimossi i propri denti guasti confidando sulla possibilità di rimpiazzarli a breve.

Un’immagine del doc Smiling Georgia.

«Credo sia tipico del del carattere georgiano il fatto affrontare stoicamente una vicenda come questa, e pure scherzarci sopra», ha commentato Beradze, «Le persone intervistate amano la vita, hanno un legame speciale con la natura, e per me proprio la natura ha un ruolo cruciale nel film. Tutti sono abituati a vivere in condizioni difficili senza perdere il senso dell’umorismo. Possono scherzare e riflettere sulle difficoltà come se guardassero le cose da lontano, non solo quando si tratta dei loro denti, ma anche a proposito di molte altre cose. Hanno capito di essere stati trattati ingiustamente, ma sono comunque andati a votare».

Il regista ha puntato quindi a «porre domande esistenziali sui diritti che ciascuno ha nella vita», anche se, aggiunge, nel doc «si nota soprattutto il contrasto tra la natura meravigliosa e il carrozzone delle elezioni. Tutto questo mi fa riflettere sull’assurdità delle cose. Il film non dà risposte, ma pone domande. Si tratta di mettere in discussione il tipo di realtà in cui viviamo».

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