“Los Colonos”, “Coupon” e “16mm alla rivoluzione”

Los Colonos, Coupon - Il film della felicità e 16 millimetri alla rivoluzione, tre film fuori concorso al 41 Torino Film Festival

IN QUESTA PAGINA: 

  • Los Colonos
  • Coupon – Il film della felicità
  • 16 millimetri alla rivoluzione

 

Los Colonos

L’opera prima di Felipe Galvez Haberle è un western crepuscolare di frontiera, con la differenza che non c’è la Death Valley come sfondo naturale, ma il Cile dell’inizio del XX secolo, paesaggi rimasti ancora intonsi e raccontati, intrisi da un secolo di storia in più, dal cinema di Patricio Guzman.

Los Colonos del film sono tre esploratori assoldati da un ricco latifondista per  delimitare i confini della azienda e per trovare un passaggio a sud-est, uno sbocco su l’Oceano Atlantico. Il terzetto è composto da un giovane mezzosangue cileno, un mercenario americano e un tenente britannico. La missione non seguirà il piano prestabilito.

Coupon – Il film della felicità

Agostino Ferrente è uno dei maggiori cineasti italiani in ambito documentario, e non solo. Qui si cimenta in un cortometraggio di finzione che racconta la storia di Andrea, un Keaton in bicicletta in una torrida giornata estiva romana. La sua meta è un supermercato dove poter comprare tante scatolette di tonno per raggiungere i punti necessari per vincere il “Coupon della felicità”. Non è il biglietto d’oro di Willy Wonka, ma poco ci manca. Anche perché, come sempre, siamo sicuri che la ricerca della felicità renda davvero felici?

Sedici millimetri alla rivoluzione

Non è un caso metterli uno di seguito all’altro. Giovanni Piperno e Agostino Ferrente insieme hanno diretto uno dei film italiani più belli degli ultimi vent’anni, Le cose belle. Le loro strade si sono divise perché entrambi alla ricerca di quelle storie che maggiormente si confacessero a ognuno di loro.

Come questo Sedici millimentri alla rivoluzione, viaggio nell’archivio delle immagini del Partito Comunista Italiano per cercare di capire cosa sia rimasto di quell’ideologia, ma soprattutto degli sforzi di milioni di persone che hanno contribuito fattivamente per un senso di appartenenza a un ideale dissolto.

Piperno lo fa attraverso la memoria di Luciana Castellina, fondatrice del quotidiano Il Manifesto e instancabile attivista, e attraverso il cinema che tra gli anni Cinquanta e Ottanta ha definito l’essere comunisti.

Usando le parole di Cesare Zavattini: “un cinema di tanti per tanti”.

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