Il Torino Film Festival celebra John Wayne e riscopre Sergio Citti

Da oltre quarant’anni, il Torino Film Festival è un luogo dove fare nuove scoperte legate al presente e futuro del cinema, ma l’uno e l’altro si fondano (anche) sulla memoria del passato: non a caso, e in linea con l’onnivora passione cinefila del direttore artistico Steve Della Casa, la nuova edizione della kermesse celebra figure che hanno attraversato (e segnato) la storia del grande schermo in Italia e nel mondo: chi, come l’icona del western John Wayne (protagonista della sezione Mezzogiorno di Fuoco) entrando nel mito e chi venendo, ancora oggi, ingiustamente sottovalutato, come Sergio Citti, cui è dedicata la Retrospettiva di quest’anno.

Per Wayne, che campeggia non casualmente nel manifesto di quest’anno firmato da Ugo Nespolo, si propongono sette titoli, partendo il 25 novembre con l’ultimo film da lui interpretato, Il pistolero (The Shootist, 1976), western crespuscolare di Don Siegel con Lauren Bacall. Nello stesso giorno ci sono anche la carovana dal Mississippi de Il grande sentiero (The Big Trail) di Raoul Walsh e Louis R. Loeffler, e I cavalieri del nord-ovest (She Wore a Yellow Ribbon, 1949), diretto dal cineasta che più ha reso celebre il divo, John Ford.

Joanne Dru e John Wayne in una scena de I cavalieri del nord-ovest.

Gli altri titoli della rassegna sono la commedia I tre della croce del Sud (Donovan’s Reef, 1963), sempre di Ford (l’origine di questo curioso film è da attribuirsi al desiderio, suo e di Wayne, di farsi una vacanza nei costosi luoghi d’ambientazione del film!), Il fiume rosso (Red River, 1948) di Howard Hawks e un altro film dove trova spazio il lato più ironico della star, Pugni, pupe e pepite (North to Alaska, 1960) di Henry Hathaway, che completa il programma insieme a Hondo (1950) di John Farrow.

Ma ci sono anche quelle personalità del nostro cinema che meritano di essere ricordate e riconosciute nel pieno valore della loro opera, e una di queste è Sergio Citti (nato nel 1933 e scomparso nel 2005), storico collaboratore di Pier Paolo Pasolini e poi filmmaker in proprio su un sentiero di personalissima forza poetica.

Il TFF (in collaborazione col Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale) lo omaggia, a novant’anni dalla nascita, riproponendone tutti i lavori cinematografici e televisivi, da Ostia fino a Fratella e sorello, con ospiti a introdurre le proiezioni e la pubblicazione del volume Sergio Citti – La poesia scellerata del cinema, curato da Matteo Pollone e Caterina Taricano (edito dal CSC), che include gli interventi di David Grieco, Giancarlo Scarchilli, Carlo Verdone, Pupi Avati, Sergio Rubini, Elena Sofia Ricci, Silvio Orlando, Rosario Fiorello, Enrico Montesano, Anna Melato, Ida di Benedetto e Vera Gemma.

Franco Citti e Ninetto Davoli in Storie scellerate di Sergio Citti.

Si comincia il 25 novembre con Mortacci (1989), dove prendono la parola gli “inquilini” di un cimitero romano (nel cast Vittorio Gassman, Carol Alt, Malcolm McDowell, Mariangela Melato, Sergio Rubini, Nino Frassica), l’esordio Ostia (1970), scritto con Pasolini (cui è dedicato il corto, anch’esso in programma oggi, Pier Paolo Pasolini. 14.11.1975) e Storie scellerate (1973), ispirato ai racconti di Matteo Bandello e ai sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli, con due volti cari (anche) al cinema pasoliniano, Ninetto Davoli e Franco Citti.

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