La Venaria scenario da sogno per l’apertura del Torino Film Festival 41

Mai come quest’anno il sapore del Torino Film Festival (alla 41ma edizione, dal 24 novembre al 2 dicembre) è riassunto dall’immagine ufficiale, che tiene insieme l’autore di quest’ultima, Ugo Nespolo, il grande cineasta Jean-Luc Godard e l’iconico divo del western John Wayne (omaggiato dalla sezione Mezzogiorno di fuoco). «Tre persone che teoricamente non hanno nulla in comune», commenta il Direttore artistico del TFF Steve Della Casa, sottolineando come questa capacità di accostare storie, idee, sensibilità così diverse, unendo «passione, cultura e divertimento» sia la forza e la cifra della manifestazione organizzata dal Museo Nazionale del Cinema, diretto da Domenico De Gaetano e presieduto da Enzo Ghigo.

Trasversalità” allora potrebbe essere la parola chiave di un appuntamento che, dopo la cerimonia di apertura alla Reggia di Venaria (in diretta su Rai Radio 3 per l’amatissima trasmissione Hollywood Party co-animata dallo stesso Della Casa) omaggiando Pupi Avati con la partecipazione di Micaela Ramazzotti, Lodo Guenzi e Neri Marcorè, prosegue con 181 film (di cui 128 lungometraggi), molti dei quali in anteprima (59 quelle mondiali, 10 le internazionali, 3 le europee e 68 le italiane), e una schiera di ospiti da tutto il mondo.

Fra questi, i protagonisti delle masterclass: oltre allo stesso Avati, abbiamo Oliver Stone, che riceve il Premio Stella della Mole e porta il discusso doc pro-atomo Nuclear Now. E poi, Fabrizio Gifuni, Christian Petzold (accompagnando il suo film Orso d’argento Il cielo brucia), Drusilla Foer (anche nel doc La donna che riapriva i teatri del Presidente ANAC Francesco Ranieri Martinotti, Fuori concorso nella sezione Ritratti e paesaggi), Kyle Eastwood (figlio di Clint e compositore per i film del padre) e Caterina Caselli.

Quella musicale è non a caso una delle strade percorribili in questo TFF: fra i nomi, anche Paolo Conte, col film Il Maestro è nell’anima di Giorgio Testi (prodotto proprio da Caselli), che racconta il suo recente concerto alla Scala di Milano. E c’è lo sport, per esempio col doc su Marcello Lippi Adesso vinco io, diretto da Simone Herbert Paragnani e Paolo Geremei, ancora in Ritratti e paesaggi, che annovera fra gli altri Luci dell’avanspettacolo di Francesco Frangipane, I 400 giorni – Funamboli e maestri di Emanuele Napolitano e Emanuele Sana, A guardia di una fede di Andrea Zambelli, Era scritto sul mare di Giuliana Gamba e Gianni Versace, l’imperatore dei sogni di Mimmo Calopresti.

Frequentatissime le tematiche sociali, in una Torino che per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne vede intervenire Monica Guerritore, nel cast di Girasoli, debutto dietro la macchina da presa della madrina di quest’edizione Catrinel Marlon: il film figura tra gli esordi italiani della sezione non competitiva La prima volta assieme a Amen di Andrea Baroni, Castelrotto di Damiano Giacomelli, Holy Shoes di Luigi Di Capua, Mama Mercy di Alessandra Cutolo e Roma Blues di Gianluca Manzetti. Il 1° dicembre, Giornata mondiale contro l’AIDS, un contributo di riflessione verrà invece da Laura Morante, ospite con Folle d’amore – Alda Merini di Roberto Faenza.

Ma il TFF, che rinnova il legame con Film Commission Torino Piemonte, Torino Film Industry e Torinofilmlab (per quest’ultimo sono mostrati 6 progetti), è anche, da sempre, un luogo di ricerca e novità, a partire dalle 12 opere prime e seconde del Concorso Lungometraggi, come l’italiano Non riattaccare di Manfredi Lucibello (Con Barbara Ronchi e Claudio Santamaria) e tanti lavori di autrici, fra cui Chiara Malta (Linda e il pollo, diretto con Sébastien Laudenbach), Eléonore Saintagnan (Camping du lac) e Chloé Leriche (Soleils Atikamekw).

Le registe brillano anche nel comparto documentari (gli internazionali in gara comprendono Notre corps dell’Orso d’oro Claire Simon), dove la sezione competitiva dedicata al nostro cinema passa a 10 titoli. 8 invece gli esperimenti di Nuovimondi e 5 i film de Il gioco della finzione, spazio ad hoc sul cinema argentino contemporaneo, mentre si rinnova il focus sull’horror (e dintorni) di Crazies, in memoria del suo ideatore recentemente scomparso, Luciano Sovena (e il pensiero del TFF, a proposito di illustri scomparsi, va anche a Carlo Macchitella e Giuliano Montaldo): 8 i film in gara (fra cui Augure del rapper Baloji e Vincent Must Die di Stephan Castang) e 3 i fuori concorso, compreso Le Règne Animal di Thomas Cailley.

Accanto alle scoperte, vari nomi noti e acclamati, molti dei quali già cari a Torino, da Alexander Payne con The Holdovers a Takeshi Kitano con Kubi. E ancora, ad arricchire la compagine dei fuori concorso, Do Not Expect Too Much From the End of the World di Radu Jude, Essential Truths of the Lake di Lav Diaz, Ricardo et la peinture di Barbet Schroeder, El realismo socialista di Raúl Ruiz, Cerrar los ojos di Víctor Erice, Robot Dreams di Pablo Berger, Yannick di Quentin Dupieux, You Hurt my Feelings di Nicole Holofcener, Un anno difficile di Olivier Nakache ed Éric Toledano, Marianne di Michael Rozek (assolo interpretativo di Isabelle Huppert).

Tra gli italiani, I delitti del BarLume di Roan Johnson e Milena Cocozza, Indagine su una storia d’amore di Gianluca Maria Tavarelli, Il punto di rugiada di Marco Risi, Sedici millimetri alla rivoluzione di Giovanni Piperno, Travolti da un’insolita censura – Tutto ciò che al cinema non si può più vedere di Luca Beatrice e Luigi Mascheroni, Uomini e dei. Le meraviglie del Museo egizio di Michele Mally, Vangelo secondo Maria di Paolo Zucca (con Alessandro Gassmann, altro ospite di primo piano del festival, e Benedetta Porcaroli).

E c’è Mario Martone, che presenta il suo Omaggio a Mimmo Jodice e partecipa a un incontro sul rapporto tra cinema e teatro nella sua filmografia. I corti includono il Ciak d’oro Domina di Devid D’Amico con Manuela Arcuri, Niente di Eugenia Costantini (nel concorso di Spazio Italia) e Gatto nella casa dei fantasmi di Elisabetta Sgarbi – anche giurata del Concorso Lungometraggi al fianco di Lyda Patitucci, Clément Rauger, Martin Rejtman e Angel Sala.

Senza dimenticare l’altra, irrinunciabile anima della kermesse torinese (dove quest’anno si trasferisce il Premio Virna Lisi, che sarà assegnato il 29 novembre a Greta Scarano, col Premio Giovane Rivelazione alla Romana Maggiora Vergano di C’è ancora domani), quella rappresentata dagli itinerari nel passato della settima arte. Fra le altre cose, torna per il 40° anniversario (chiudendo i Fuori concorso) Christine – La macchina infernale di John Carpenter, mentre nel 60° de La ricotta si parla del corto pasolinano tra censura e tardiva “riabilitazione”.

Per i restauri e le riproposizioni di Back to Life (a cura di Caterina Taricano) si segnalano l’Ettore Scola di Vorrei che volo, in collaborazione con AAMOD, il Ruggero Deodato di Uomini si nasce poliziotti si muore e il Tomas Milian del poliziesco di Giuseppe Ferrara Roma nuda (ultimo film dell’attore), accompagnato da Francesco Venditti e Eva Henger. E c’è la retrospettiva su Sergio Citti: dove, rimarca Della Casa, si «dà il giusto spazio a un regista che viene considerato una specie di succedaneo di Pasolini, invece era molto di più».

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