La doppia anima di Roma Blues

ROMA BLUES

di Gianluca Manzetti

Italia, 2023, DCP, 86′

In una Roma torrida, inondata da rifiuti e monopattini elettrici, il blues incontra il crime con Roma Blues, esordio alla regia in un lungometraggio di Gianluca Manzetti, presentato Fuori Concorso al 41esimo Torino Film Festival. Il film, un coming of age adolescenziale, omaggio indie al noir americano ambientato tra le strade di Roma, vede protagonista il giovane Francesco Gheghi (Padrenostro, 202, Mio fratello rincorre i dinosauri, 2019).

Roma Blues, trama

Al (Francesco Gheghi) è un sognatore seriale che sa di essere destinato a qualcosa di importante. Quando una notte assiste impotente allo sgretolamento del suo più grande sogno, sfondare con la sua band, Al trova un’altra ragione di vita: risolvere un delitto. Dopo il ritrovamento casuale di un telefono in cui ci sono le prove di un delitto, con la sua passione e la conoscenza del genere noir, Al si convince di poter risolvere il caso da solo, cominciando la sua indagine strampalata. Nel corso della sua avventura conosce Betty (Mikaela Neaze Silva) tramite un’app di incontri. Entrambi i ragazzi, in cerca di un loro posto nel mondo, si addentrano in un mistero che presto si rivelerà oltre la loro portata.

Un film dalla doppia anima

Il regista Gianluca Manzetti, particolarmente attratto dalla figura degli outsider, eccentrici che vivono fuori dagli schemi, racconta: “Il film prende forma dalla volontà di raccontare come vedo la Roma di oggi, città in cui sono nato. Una Capitale infuocata, criminale, immobile, che nonostante tutto può ancora essere un luogo capace di generare amore”.

Roma Blues ha una doppia anima, “si apre posato, statico, la macchina da presa è ferma, come la città che la ospita, ma quando Al incontra Betty, la camera si anima e l’avventura ha inizio – spiega ancora Manzetti – Il mood è retrò in linea con l’amore nostalgico di Al per il passato e onirico, come se l’intero film fosse il suo sogno lucido, mentre l’estetica è contemporanea. Allo stile vintage di Al si accosta quello pop e moderno di Betty”.

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