Una Maria come «non è mai stata raccontata», che sogna di «emanciparsi, scoprire il mondo e diventare libera attraverso la conoscenza». Sembra un film scritto ieri, eppure sono ben quarantaquattro gli anni passati dalla pubblicazione di Vangelo Secondo Maria, il romanzo scritto da Barbara Alberti trasformato in un lungometraggio diretto da Paolo Zucca e presentato oggi nella sezione non competitiva al Torino Film Festival. «Questo in realtà doveva essere il mio primo film» racconta a Ciak il regista, «insieme a Barbara cominciammo a sceneggiarlo nel 2009». Una lavorazione che è proseguita negli anni «in modo artigianale, spostando, provando, riscrivendo le scene, come si lavora il legno in falegnameria» e che ha visto luce al terzo tentativo produttivo, arrivato con Sky, La Luna, Indigo Film e Vision Distribution. «Ho scritto questo libro per far sorridere la Madonna», ha raccontato Barbara Alberti, «e allontanarla dall’immagine di serva piangente, dedita solo all’obbedienza. Questa Madonna sorride, capisce che esiste la conoscenza».
Protagonista assoluta la Maria di Benedetta Porcaroli, accompagnata in questo viaggio interiore «pieno di ostacoli» dal Giuseppe di Alessandro Gassmann, che dopo Un professore torna nuovamente a vestire i panni di uomo erudito. «Questo Giuseppe sa tanto, ma è solo, ha difficoltà a dialogare con altri e quando incontra una ragazza così piena di curiosità trova un motivo per andare avanti» spiega Gassmann. «È coraggioso nel supportarla, ci dovrebbero essere più uomini così.»