Claudia Gerini: «Nuda ne “Il corpo” per vivere l’esperienza di un noir»

Claudia Gerini racconta a Ciak il suo ruolo nel film di Vincenzo Alfieri in sala da ieri: “volevo tanto lavorare con lui, un regista che stimo. Ma quella scena all’obitorio..”

“Il momento peggiore è stato stare nuda sul banco freddo dell’obitorio quando facevo il cadavere. Mi sono talmente immedesimata che a un certo punto mi sono estraniata dal mio corpo. Era come se guardassi dall’alto la troupe e gli attrezzisti che lavoravano intorno a me come laboriose formichine” mi confida divertita Claudia Gerini mentre sta salendo in un taxi a New York, dove è volata, tra un impegno professionale e l’altro, per stare qualche giorno con sua figlia che studia nella Grande Mela. Oggi la incontriamo invece al Torino Film Festival per l’anteprima fuori concorso de Il corpo, il thriller diretto da Vincenzo Alfieri con Andrea Di Luigi, Giuseppe Battiston, Andrea Sartoretti e Amanda CamoanaClaudia interpreta la ricca imprenditrice Rebecca Zuin che sposa un uomo molto più giovane di lei. All’improvviso la donna viene trovata morta e portata in obitorio per accertare le cause del decesso. Ma il corpo, misteriosamente non si trova più.

Perché ha deciso di essere proprio lei quel corpo?

Perché sono una che ama le sfide. È la prima volta che faccio la strega cattiva ed è la prima volta che mi sono anche fatta invecchiare. E poi come vedrete mi sono proprio messa a nudo. Credo in Vincenzo Alfieri perché è un attento e bravo regista. Volevo lavorare con lui da tempo e mi è sembrata l’occasione buona. Pensi che lui dirige gli attori facendogli già sentire la musica del film. 

Non ha avuto paura di mostrarsi?

Non ho paura di niente! Non dimentichiamo che, nonostante sia diventata famosa con “lo famo strano”, alla fine non ho mai puntato sulla bellezza o sul sesso per la mia carriera. 

E quindi nessun imbarazzo.

Nessuno! Anche perché da mo’ che recito nuda! Per esempio nel Viaggio segreto di Roberto Andò. In Com’è bello far l’amore di Fausto Brizzi sono praticamente sempre in mutande. Pensi che ho debuttato in Roba da ricchi di Sergio Corbucci nell’87 e l’anno successivo mi prese anche per Night Club dove dovevo fare uno spogliarello. Alla fine però rimanevo in guepière e avevo solo 17 anni. La nudità fa parte dell’essere attore, l’importante è che non siano pretestuose. Per fortuna un certo tipo di cinema che andava di moda all’epoca non c’è più. Il corpo è uno strumento, come lo sono gli occhi, lo sguardo, le braccia, tutto. Anche la tua anima deve essere a nudo se fai questo lavoro.  

Si è preparata molto per essere Rebecca?

Fisicamente no. In quel periodo non ero molto fit, adesso sono molto meglio. Mi sono studiata bene il ruolo, ispirandomi a donne di potere a cui spesso è associata la solitudine, perché quando sei a certi livelli non sai mai se le persone che ti stanno intorno ti vogliono bene veramente o gli servi, o perché hai soldi. Mi sono ispirata un po’ alla Gleen Close di Attrazione fatale, questa sua durezza un tantino sprezzante, ma anche ad una imprenditrice che conosco bene. Pesco anche nel quotidiano per i miei personaggi.

Conosce molte donne che hanno relazioni con uomini più giovani?

Le donne oggi sono più emancipate, padrone di loro stesse e anche del loro corpo. Tantissime donne ormai hanno uomini più giovani anche se è ancora considerato un tabù. Sono secondo me rapporti che hanno un po’ una data di scadenza, per via della differenza d’età. A me quello che dà fastidio è che nel cinema è considerato normale accoppiare un protagonista di 50 anni a una moglie di 30. Questo non va bene! Nella vita reale un marito cinquantenne di solito ha una moglie con più o meno la stessa età. Nel cinema no. Dobbiamo lottare anche per questo, per avere anche una parità anagrafica sul grande schermo.

Del suo giovane partner nel film che ci dice?

Nonostante sia ai suoi primi lavori, Andrea di Luigi è stato molto bravo. Siamo stati da subito in armonia, lavorato bene insieme. Lui poi col suo phisique du role è molto giusto, con quell’aria un po’ retrò, la barba virile. Mi piaceva anche molto come lo vestivano. 

In questo film canta anche. Dica la verità ha accettato anche per questo?

Certo! A me piace recitare, cantare, ballare. Nel film però canticchio solo Piccolo uomo di Mia Martini, un po’ una presa in giro al mio giovane marito. Lei è molto innamorata e per questo che, nonostante tutto, poi se lo sposa. Alla fine in realtà Rebecca è solo una povera vittima. 

Oggi lei come si vede? 

Diciamo che nonostante abbia fatto due gravidanze non sono decadente e sono super fit. Mi alleno tanto, cerco di curarmi molto. Posso dire di essere ancora una bella ragazza, pardon donna, no?

È un periodo molto impegnato per lei?

Direi di sì. Sto girando la commedia L’amore sta bene su tutto di Giampaolo Morelli. Ho appena finito Fuori la verità di Davide Minnella. A breve dovrebbe uscire al cinema E se mio padre di Solange Tonnini. A gennaio uscirà Sara, la serie crime di Netflix tratta dal romanzo di Maurizio de Giovanni e diretta da Carmine Elia. A marzo arriverà nelle sale US Palmese dei Manetti Bros. Diciamo che non mi sono fermata un attimo. 

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