Ho visto un re, la regista Giorgia Farina: «la Storia attraverso gli occhi di un bambino»

È una storia vera ambientata in piena epoca fascista, condita un pizzico di fantasia e tutta l’ingenua purezza dell’infanzia, Ho visto un re, il nuovo film di Giorgia Farina, con Edoardo Pesce, Sara Serraiocco, Marco Fiore, Gabriel Gougsa, Blu Yoshimi, e con la partecipazione di Lino Musella e con Gaetano Bruno, è stato presentato ieri Fuori Concorso al 42° Torino Film Festival.

È il 1936, la guerra in Etiopia è in corso e un Principe africano viene catturato e tenuto prigioniero in una voliera nel giardino del Podestà, sotto gli sguardi increduli degli abitanti della piccola cittadina della provincia italiana. Si chiama Abraham Imirrù, ma nella fantasia del piccolo Emilio, figlio del Podestà, nutrita dalle immagini e dai racconti di Salgari, quello è Sandokan e diventerà il suo eroe.

Ho letto questa storia tantissimo tempo fa e mi è sembrato incredibile che una storia così straordinaria fosse in realtà vera. Ha iniziato a lavorare nella mia fantasia e ci ho voluto fare un film”, dice Giorgia Farina.

Volevo raccontare fatti storici particolari, ma attraverso la purezza degli occhi di un bambino che vede il problema ma trasforma il dramma in un’avventura. Tutto è sospeso tra immaginazione e realtà”, continua la regista, che per realizzare questo suo progetto ha scelto la forma di una commedia arricchita da qualche inserto di animazione. “Ci siamo ispirate alle tavole vere che c’erano nei libri di Sandokan, meravigliosi esempi di Art Nouveau per giocare tra realtà e immaginazione. Le animazioni ci sono sembrate il modo giusto per entrare nell’immaginario di un bambino. Questa animazione, anche se volgiamo un po’ sgangherata e naif,  ti prende per mano e ti porta dentro il racconto”, commenta Farina.

Divertito, un Edoardo Pesce fuori dal consueto che in Ho visto un re interpreta il ruolo del Podestà, racconta: “Con questo film ho avuto la possibilità di virare un po’ sulla commedia. Il mio sembra quasi un personaggio uscito da Plauto, è un ruffiano, arrivista, è il papà che nessuno vorrebbe, ma mi sono divertito molto”.

Tenero e brillante nella sua interpretazione del piccolo Emilio, il giovane Marco Fiore racconta di essere stato felice di interpretare un personaggio capace di una così grande immaginazione in un momento storico in cui i bambini non sanno più usarla e preferiscono stare davanti ad uno schermo piuttosto che giocare con i propri coetanei.

Gabriel Gougsa, che in Ho visto un re interpreta il principe etiope catturato dai fascisti, racconta di aver lavorato con piacere al suo personaggio: “Ho pensato che finalmente c’era un film che parla della storia condivisa tra il mio Paese e l’Italia, una storia spesso ignorata. Inizialmente avevo pensato più alla nobiltà del mio personaggio e volevo renderlo con realismo, ma poi ho compreso che questa storia si fonda anche molto sull’immaginazione, per cui ho voluto dargli delle sfumature alternative e più creative”.

Ho visto un re è stata per la regista e gli interpreti l’occasione divertente di portare al cinema una storia italiana, una storia vera ma resa con le sfumature di una fiaba, che parla di accoglienza e accettazione con gli occhi di un bambino e che ruba il titolo in modo sorprendentemente pertinente ad un brano di Enzo Jannacci che semplicemente ha stimolato la fantasia di Farina e di Giorgia Palermo che l’ha aiutata a produrlo.

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