In questa pagina:
- Dieci secondi
- A Casa Amarela
- Julius
- Cherry on top
- Passarinho
- Black Scarf
Dieci secondi
Italia 2024, 11’
Una bambina gioca a nascondino con la sua famiglia. Quando esce allo scoperto niente è più come prima.
La regista Roberta Palmieri
(Chieti, 1994), formatasi presso il Dams di Bologna e la scuola di scrittura Bottega Finzioni, ha diretto con Dieci secondi il suo primo cortometraggio. Come sceneggiatrice ha scritto Capitan Didierdi Margherita Ferri, Menzione speciale ai Nastri D’Argento, e La ragazza ciclope di Matteo De Liberato, progetto selezionato nel 2023 dagli Unbox Short Film Days di Alice nella città. Al momento è impegnata con Olga Sargenti nella regia del corto di animazione Ziki e nella scrittura di diverse sceneggiature. È stata inoltre selezionata per il percorso di mentoring Becoming Maestre promosso da Netflix Italia in collaborazione con i David di Donatello: dal programma è nato il mockumentary Goodbye Pig. «Questo corto nasce dal bisogno personale e intimo di raccontare una perdita – sottolinea – Lisa si rende conto che i pilastri che aveva creduto indistruttibili possono frantumarsi, a partire dal piatto di chitarra al sugo cucinato dalla nonna. Fin da subito il padre è presente attraverso la sua voce e il suo richiamo sembra giù essere un ricordo nascosto dietro una vecchia camcorder. Rifacendomi ad alcuni filmati di famiglia, ho ricostruito alcuni momenti personali ricreando l’interazione che avevo con mio padre dietro la videocamera. Quando Lisa si ritrova da sola a tavola al momento del pranzo, arrivano rarefatte le chiamate d’emergenza del terremoto del 6 aprile 2009: scegliere l’Abruzzo come teatro di questa piccola storia è stato fondamentale per esprimere ciò che le persone di quella terra hanno vissuto, perdendo in pochi secondi tutto quello che avevano».
A Casa Amarela
Brasile 2024, 14’
Un uomo delle consegne decide di aiutare una donna affetta da Alzheimer a ritrovare la strada di casa.
Il regista Adriel Nizer
(Brasile) lavora come sceneggiatore e regista di film per il cinema e la tv. Laureato in cinema e video presso il Paraná College of Arts, ha sviluppato fin da giovanissimo la passione per la creazione di storie, partecipando a numerosi concorsi letterari. Nel 2019 ha vinto il premio Abra per la migliore sceneggiatura comica dell’anno con il lungometraggio di Gil Baroni Alice Júnior, selezionato nella sezione Generation 14plus della Berlinale. Come sceneggiatore ha inoltre collaboratore allo script di un altro film di Gil Baroni, O Amor de Catarina (2016), mentre da regista ha diretto (e contestualmente scritto) diversi corti, tra cui lo sperimentale Camila, Agora (2013), il dramma Os Herdeiros (2018) e l’horror Quarentena (2021). «Un dramma e, a modo suo, anche un road movie – racconta – Un film che parla di persone che cercano paradossalmente un senso d’appartenenza fuggendo dalla loro casa. Proprio dimenticando di non appartenere ad alcun luogo, i personaggi di questo film riescono a mantenere viva l’illusione di avere un posto a cui tornare. […] Il film parla di temi come la memoria, l’identità e l’appartenenza e li intreccia nel racconto di persone comuni e delle loro relazioni. Lo fa ricorrendo a colori vivaci e autunnali nei momenti agrodolci, vitali e malinconici, e a colori freddi nelle scene notturne. La camera a mano esplora infine l’alienazione e la fragilità dei personaggi».
Julius
Francia 2024, 19’
Nella Georgia del 1865, devastata dalla Guerra civile, un veterano dell’Unione è alla disperata ricerca di un orfano di guerra che ha promesso di adottare.
Il regista Wilhelm Kuhn
(Francia) è un regista francese che vive tra Parigi e New York. Si è laureato alla London Film School con il film di tesi The Porter Brothers (2015), poi acquisito da Amazon Prime. Il suo secondo film Le Neveu (2018) ha vinto l’Industry Choice Award del festival Dances with Films a Los Angeles ed è stato proiettato in numerosi altri festival. Al momento è al lavoro sul suo primo documentario, basato sulla storia coloniale francese in Algeria. «La guerra civile americana è un centro di gravità della storia contemporanea: contiene in sé la promessa di uguaglianza politica e di giustizia razziale, così come grandi delusioni proprio sul piano politico – afferma – Contrariamente a quanto promesso, infatti, la supremazia bianca ha continuato a dominare quella stessa società industriale che andò a sostituire il vecchio mondo coloniale. Con Julius ho voluto rappresentare questo punto di svolta attraverso le vite di coloro che ne sono stati maggiormente colpiti: le persone che fino a quel momento avevano vissuto in schiavitù. Di fronte alla libertà ma costretti a badare a sé stessi, queste persone si sono confrontate con una quesitone che ancora oggi ci poniamo: cosa significa essere liberi?»
Cherry on top
Germania 2024, 17’
Mara è una studentessa di giurisprudenza da sempre incapace di provare emozioni e di farsi coinvolgersi dalle altre persone. Cosa proverà, dunque, quando scoprirà che il suo stupratore è un uomo redento e felice? Come metterà a confronto la legge e con la sua idea di giustizia?
La regista Nandi Nastasja
(Mönchengladbach, Germania, 1997) ha completato il suo corso in regia presso l’Accademia di Baden-Württemberg nel 2024. Ha ricevuto una borsa di studio dal Ministero della scienza e della cultura del Baden-Württemberg, che nel 2023 le ha permesso di realizzare il cortometraggio Stray Flower, poi presentato al Max Ophüls Film Festival. Il suo lavoro teatrale Growth, sviluppato con l’autrice Lili Roesing ha debuttato al Landestheater Schwaben durante la stagione 2022/23. Cherry on Top è il suo lavoro di tesi. «La domanda centrale del film riguarda l’esistenza o meno della giustizia, in una storia che parla di abuso sessuale, delle sue conseguenze e del processo di guarigione delle vittime: un tema di cui si discute raramente – sottolinea – Mi sono chiesta se come società possiamo davvero perdonare uno stupratore che ha abusato di una minorenne e contemporaneamente ho voluto parlare di giustizia e giustizialismo. Cosa succede quando una vittima non riesce a perdonare? Socialmente possiamo accettare la vendetta di una vittima sul suo stupratore? E uno stupratore può essere più felice della sua vittima? Per affrontare queste e altre domande, volevo che il film spingesse gli spettatori a riflettere sui limiti della legge e sulla comprensione della giustizia».
Passarinho
Messico 2024, 12’
Le tredicenni Olivia e Laura vorrebbero tanto incontrare Passarinho, una leggenda del calcio brasiliano che giocherà la sua ultima partita in Messico. Insieme hanno elaborato un piano per farsi firmare un autografo, ma prima di passare all’azione Olivia ha le sue prime mestruazioni: spalle al muro, Olivia e Laura devono chiedere aiuto a Carmen, la madre di Olivia, che però è ubriaca e metterà a dura prova la pazienza della figlia e dell’amica.
La regista Natalia García Agraz
(Messico), regista e sceneggiatrice messicana, si è diplomata nel 2023 presso il Centro de Capacitación Cinematográfica di Città del Messico. Ha diretto il corto El último romántico (2018), nominato agli Oscar studenteschi e poi selezionato in più di 60 festival internazionali, tra cui il Tribeca, il Los Angeles Film Festival e il Morelia Film Festival. Attualmente sta lavorando allo sviluppo del suo primo lungometraggio, Acapulco. «Questa è una storia autobiografica su quella che all’epoca mi sembrò una tragedia: avere il mio primo ciclo mestruale – ricorda – Con il film ho trasformato quell’evento in una commedia e in una lettera d’amore alle persone intorno a me in quel momento: mia madre, la mia migliore amica e il mio calciatore preferito».
Black Scarf
Iran 2024, 15’
In un piccolo villaggio deserto, il lavoro e la vita di un insegnante al suo ultimo giorno di lavoro sono stravolti da una domanda dei suoi studenti. Come può un semplice e innocente gesto di curiosità trasformare l’esistenza di un uomo e le dinamiche di una comunità?
Il regista Ali Reza Shah Hosseini
(Iran), è regista, sceneggiatore e responsabile della casa di produzione Shah Hossein Film Company. Ha cominciato fin da giovane e da autodidatta a lavorare con il cinema, conseguendo poi un master in regia. Allievo di Asghar Farhadi in corsi di regia e sceneggiatura, ha realizzato una quindicina di film, tra documentari, lunghi (Mehrieh, 2018; Erfan, 2019; Smell of Blood, 2023) e corti (Puberty, 2021; Me Too, 2023).