Ragazzi di stadio di Segre rivive grazie al Museo del Cinema di Torino 

Alla Mole antonelliana fino al 15 dicembre le immagini scattate da Daniele Segre, il documentarista torinese scomparso in febbraio. Rivivono anche i tre film dedicati al tifo tra le classi proletarie torinesi.  

Quattordici immagini di grande formato scattate da Daniele Segre a Torino alla fine degli anni ’70 che raccontano uno spaccato del momento culturale e sociale dell’epoca, catturato attraverso l’obiettivo con sensibilità e profondità, e illustrano il grande talento di Segre: essere sempre in grado di dare voce a persone e realtà ai margini della società. E’ il senso della Mostra Ragazzi di Stadio. Fotografie di Daniele Segre che il Museo Nazionale del Cinema di Torino, in collaborazione con I Cammelli, dedica al grande documentarista scomparso nei mesi scorsi. 

Le immagini saranno esposte fino al 15 dicembre 2024 sulla cancellata storica della Mole Antonelliana, sede del Museo e anche uno dei simboli della città in cui Daniele Segre ha trascorso la maggior parte della sua vita. “Il mondo del cinema – ha sottolineato Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema, che proprio negli stessi giorni ha dato il via al 42esiimo Torino Film Festival – deve moltissimo a Daniele Segre, che ha realizzato documentari in anni in cui questo genere sembrava relegato al solo piccolo schermo. Lui ha dato vita a un modello unico e innovativo di produzione indipendente, che gli ha consentito di raccontare il reale con la libertà che per lui era l’elemento fondativo del suo stile, entrando tra le pagine di storia del cinema e lasciando un segno profondo nella cultura”.

Come accade quando nascono da un reale incontro tra chi sta dietro e chi davanti all’obiettivo foto-cinematografico – ha detto Carlo Chatrian, nuovo direttore del Museo Nazionale del Cinema – gli scatti di Daniele Segre sono al contempo l’istantanea di un’epoca e un tuffo in un mondo che attorno a un fenomeno così irrazionale come il calcio si coagula. Scorrere le fotografie che compongono questa mostra per molti sarà un viaggio a ritroso nel tempo, per altri invece la presa di coscienza di una passione che oggi ha forme e abiti molto diversi. In un caso come nell’altro c’è da essere riconoscenti a Daniele Segre per aver colto questi frammenti di tempo e ai suoi familiari per averli conservati e riproposti”. 

Quando, a febbraio, Daniele ci ha lasciati – ha raccontato Emanuele Segreabbiamo subito sentito il desiderio di celebrare la sua straordinaria carriera di regista e il patrimonio artistico che ci ha lasciato. Per questo, insieme ai miei familiari, Marcella ed Elena, abbiamo deciso di dare nuova vita al libro Ragazzi di Stadio, spinti anche dalla forte richiesta di chi desiderava rendere omaggio a Daniele. È stato un progetto collettivo, in cui ognuno ha portato il proprio contributo: io mi sono occupato della direzione creativa, Elena ha curato la post-produzione dei negativi, Marcella si è dedicata ai testi, mentre Anna, stretta collaboratrice dei Cammelli, ha seguito l’impaginazione. Nel nostro percorso, il supporto della Casa Editrice ETS e del Museo Nazionale del Cinema è stato fondamentale, poiché entrambi hanno accolto con entusiasmo l’idea di intraprendere questo progetto con noi. Ragazzi di Stadio ha sempre riscosso grande successo, anche grazie alla capacità unica di Daniele di raccontare il mondo degli Ultras con autenticità e profondità”.

Dopo la scomparsa di Segre, la famiglia e i collaboratori più stretti hanno ripreso in mano il libro pubblicato nel 1979 e iniziato un importante ed accurato lavoro di restauro. Tutte le fotografie, sono state digitalizzate e oggetto di un accurato restauro. Un link contenuto nel libro rimanda ai tre film, (Il potere deve essere bianconero, Ragazzi di stadio, Ragazzi di stadio 40 anni dopo), digitalizzati dalla pellicola in alta qualità dal CSC – Archivio Nazionale Cinema

Impresa e sono visionabili tramite QR. La proiezione ufficiale di Ragazzi di stadio fa parte del programma del 42° Torino Film Festival nella sezione Zibaldone

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