Ragazzi di stadio; The Village Next to Paradise; From Ground Zero

In questa pagina:

  • Ragazzi di stadio di Daniele Segre
  • The Village Next to Paradise di Mo Harawe
  • From Ground Zero a cura di Rashid Masharawi

RAGAZZI DI STADIO

Ragazzi di Stadio

(Daniele Segre, Italia, 1980, 60’)

Con Ragazzi di stadio del 1980 Daniele Segre amplia il cortometraggio Il potere deve essere bianconero del 1978 per realizzare una delle prime indagini sul fenomeno degli ultras, sia juventini che granata. Il film rappresenta la più autentica testimonianza sulla nascita del tifo organizzato all’interno dei nostri stadi, un ritratto assolutamente pionieristico per l’epoca.

A più di quarant’anni dalle riprese della più autentica testimonianza sulla nascita del tifo organizzato all’interno dei nostri stadi e nell’anno della scomparsa del suo autore Danile Segre, il Torino Film Festival proietta la copia restaurata ad opera del Museo Nazionale del Cinema dell’intenso documentario da lui diretto. Ancora oggi il film offre il più fedele testamento di una generazione che, in bilico tra disimpegno politico ed eversione terroristica, cercava il suo spazio vitale all’interno dei settori popolari.

Autore contraddistintosi per la sua peculiare capacità di catturare “il cinema della realtà”, Daniele Segre compone un prezioso lascito di pensieri, parole, sogni e paure, che nella realtà odierna sembra destinato all’oblio.

Il regista Daniele Segre

Questa ricerca sul mondo della tifoseria giovanile è nata da una scritta che ho letto su un muro a Torino e che diceva ‘Il potere deve essere bianconero’. Io, che avevo seguito anche come fotografo della realtà le situazioni politiche che si erano sviluppate dopo il Sessantotto, ero rimasto colpito da quella scritta che trasportava dal linguaggio politico a quello sportivo lo slogan sessantottino ‘ll potere deve essere operaio’, era una trasposizione di linguaggi che mi incuriosiva a tal punto che per la prima volta sono andato allo stadio con la macchina fotografica. Per due anni sono andato tutte le domeniche a vedere le partite della Juve e del Toro quando giocavano in casa, sono entrato dentro il gruppo, l’ho seguito anche durante la settimana nei club. Da un punto di vista sociologico questi filmati sono molto interessanti in quanto anticipatori di molte cose che sarebbero successe negli anni a venire. lo ho trattato fra i primi un fenomeno che purtroppo poi è esploso in modo drammatico”.


THE VILLAGE NEXT TO PARADISE

The Village Next to Paradise

(Mo Harawe, Francia/Austria/Somalia, 2024, 133’)

In un piccolo villaggio del deserto somalo, Mamargade è un padre single che svolge piccoli lavori per dare al figlio una vita migliore. Tutto cambia quando sua sorella torna a vivere con loro. The Village Next to Paradise è il lungometraggio di esordio del regista somalo austriaco Mo Harawe.

Il regista Mo Harawe

Il titolo funziona su due livelli. Da un lato, c’è questo villaggio sul mare, molto bello, che si collega all’idea di essere ‘vicino al paradiso’. Ci sono posti incantevoli in Somalia, con spiagge incantevoli e selvagge. Da un altro punto di vista, questo nome può rappresentare la Somalia stessa; il Paese ha un potenziale incredibile. Ha la costa più lunga in Africa, con l’Oceano Indiano da un lato e il Golfo di Aden dall’altro, e una popolazione di meno di 15 milioni di abitanti. Tuttavia, ci sono così tanti problemi nel Paese, causati sia dalle persone del posto che da forze esterne. Per me, la Somalia è un paese ‘vicino al paradiso’; è potenzialmente una specie di paradiso, ma per molte ragioni quel potenziale non si sta realizzando. Nel film si può vedere com’è veramente lì: ci sono persone normali e questi attacchi dei droni influenzano le loro decisioni nella vita di tutti i giorni”.


FROM GROUND ZERO

From Ground Zero
From Ground Zero

(Rashid Masharawi, Palestina/Francia/Qatar/Emirati Arabi Uniti/Svizzera/Danimarca 2024, 112’)

From Ground Zero è un progetto, lanciato dal regista palestinese Rashid Masharawi, che raccoglie 22 cortometraggi realizzati da alcuni registi di Gaza in risposta agli eventi scaturiti dopo l’attacco del 7 ottobre. In una prospettiva cinematografica mostra la vita quotidiana, le speranze e la realtà della popolazione palestinese.

Il progetto ‘Ground Zero’ è stato ideato per dare voce alla gente di Gaza e documentare le loro esperienze, che spesso restano inascoltate. In un contesto in cui la creazione artistica è complessa, questo progetto ha catturato la diversità di prospettive a Gaza attraverso un film di 112 minuti in due parti, composto da 22 cortometraggi tra i 3 e i 6 minuti. Queste storie esplorano una gamma di generi, dalla finzione al documentario all’animazione.

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