Riff Raff
Usa 2024, 103’
Vincent è un ex criminale che desidera più di ogni altra cosa una vita normale e tranquilla. Insieme con la moglie Sandy e il figlio DJ, ormai prossimo al college, ha costruito una famiglia amorevole e con loro sta trascorrendo le vacanze invernali in una baita di montagna. Il caos si scatena quando l’ex moglie di Vincent, Ruth, il suo figlio rinnegato, Rocco, e la fidanzata di quest’ultimo, Marina, si presentano all’improvviso per rovinare la vacanza e soprattutto per dare loro una notizia: i gangster Leftie e Lonnie stanno per venire a prenderli.
Il regista, Dito Montiel
(New York, 1965) è un autore, sceneggiatore e regista americano di origini nicaraguensi. Cresciuto nel Queens, da adolescente ha girato il paese in una band hardcore/punk e si è poi dedicato alla scrittura. Nel 2006 per il suo esordio alla regia ha adattato il suo libro più venduto, Guida per riconoscere i tuoi santi: interpretato da Robert Downey e Channing Tatum, il film ha vinto il premio alla regia al Sundance e il premio della critica a Venezia. Da allora ha diretto diversi altri film, lavorando con interpreti acclamati come Robin Williams in Boulevard (2014), Dwayne Johnson in Empire State (2013) e Shia LaBeouf in Man Down (2015).
«Quando ho letto Riff Raff per la prima volta ho pensato di essermi imbattuto in un’opera di Mamet che nessuno aveva mai letto – racconta – Parole un po’ grosse, ma ero certo che una versione cinematografica sarebbe stata all’altezza e che il lavoro sul testo originale del pluripremiato drammaturgo John Pollono sarebbe stato tanto. La storia è violenta, tragica, davvero divertente (anche se su questo i protagonisti potrebbe non essere d’accordo…), a volte anche straziante, e tutta incentrata su segreti e mezze verità. I personaggi complessi, le disfunzioni familiari e la mascolinità tossica fanno da sempre parte del mio lavoro e questa storia era un’opportunità per combinare il puro divertimento all’eccitazione della violenza, come avviene in Quei bravi ragazzi, Non è un paese per vecchi, Le iene o ancora Velluto blu o History of Violence».