The Godfather, Sayonara, Guys and Dolls

In questa pagina:

  • THE GODFATHER di Francis Ford Coppola
  • SAYONARA di Joshua Logan
  • GUYS AND DOLLS di Joseph L. Mankiewicz

THE GODFATHER

Marlon Brando, The Godfather
Marlon Brando, The Godfather

di Francis Ford Coppola

(USA, 1972, 175’)

La prima parte della trilogia che Coppola, adattando con lo stesso autore un romanzo di Mario Puzo, ha dedicato alla famiglia mafiosa italoamericana dei Corleone. La vicenda inizia nel 1945, quando Michael torna dalla guerra e suo padre, il padrino Vito, che gestisce il potere con autorevolezza e spietatezza, cade vittima di un attentato. Tra i fratelli Santino e Fredo, a spuntarla per la successione sarà proprio Michael, inizialmente restio a seguire le orme della famiglia criminale. Capolavoro parte della storia del cinema, tra i primi esempi di kolossal d’autore nel rinnovato quadro della New Hollywood. Tre Oscar: miglior film, miglior sceneggiatura non originale a Coppola e Puzo e miglior attore protagonista a Marlon Brando (che mandò una donna indiana a ritirare la statuetta al posto suo). Incredibilmente, non fu premiata la fotografia di Gordon Willis.

Il regista Francis Ford Coppola

Francis Ford Coppola (Detroit, Michigan, Usa, 1939), dopo essersi specializzato all’Ucla in regia, ha debuttato nel 1963 con Terrore alla tredicesima ora, prima di girare film come Il Padrino, La conversazione, Il Padrino – Parte II, vincitore di sei Oscar (tra cui miglior film e miglior regia) e Apocalypse Now, Palma d’oro a Cannes nel 1979. Negli anni Ottanta ha realizzato, tra gli altri, Rusty il selvaggio e Cotton Club. Nel 1992 ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera a Venezia e nello stesso anno ha diretto Dracula di Bram Stoker. Tra le sue ultime regie, Un’altra giovinezza, Segreti di famiglia, presentato al Torino Film Festival del 2009 come il successivo Twixt (2011). Nel 2024, a 85 anni, è tornato a dirigere un film con il kolossal autoprodotto Megalopolis.


SAYONARA

Marlon Brando, Sayonara
Marlon Brando, Sayonara

di Joshua Logan

(USA, 1957, 147’)

Il maggiore dell’aviazione statunitense Lloyd Gruver (Brando) viene trasferito dalla Corea a una base militare in Giappone, affinché sposi la sua fidanzata Eileen, figlia del generale della base. Stanco di una relazione poco sincera, però, Gruver lascia Eileen e dopo averla vista in uno spettacolo teatrale s’innamora dell’attrice giapponese Hana-ogi. Nel frattempo, anche il suo compagno aviere Kelly ha sposato una donna giapponese, ma per questo si scontra con le autorità militari americane che non vedono di buon occhio le unioni miste. Vessato da un superiore e punito per la sua relazione, Kelly finirà per suicidarsi con la moglie, spingendo lo stesso Gruver a fare di tutto per sposare l’amata Hana-ogi. Tra le prove meno note, forse, ma più intense di Brando, che curò inizialmente l’adattamento del romanzo d’origine di James A. Michener e suggerì a Logan diverse soluzioni per sottolineare lo slancio anti-razzista del film.

Il regista Joshua Logan

Joshua Logan (Texarkana, Usa, 1908 – New York, Usa, 1988) è stato un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e drammaturgo statunitense. Formatosi a Princeton, vincitore del Premio Pulitzer per la drammaturgia con il musical teatrale South Pacific, scritto con Richard Rodgers e Oscar Hammerstein II, ha diretto il suo primo film a Hollywood alla fine degli anni ’30, per poi tornare alla regia alla metà degli anni ’50, con i famosi Picnic (1955), Fermata d’autobus (1956), Sayonara (1957) e a fine carriera La ballata della città senza nome (1969).


GUYS AND DOLLS

Marlon Brando, Guys and Dolls
Marlon Brando, Guys and Dolls

di Joseph L. Mankiewicz

(USA,1955, 150’)

Per trovare i 1000 dollari necessari all’affitto del garage dove allestire una bisca clandestina, lo scommettitore incallito Nathan Detroit propone all’amico e anche lui giocatore Sky Masterson una scommessa: invitare a cena a Cuba la rigida sergente dell’Esercito della Salvezza Miss Sarah Brown. Sky accetta e vince la scommessa grazie alla promessa di riempire la chiesa di Sarah di suoi amici, ma al tempo stesso scopre di essersi innamorato, ricambiato, della donna… L’unico esperimento di Mankiewicz con il musical, coloratissimo e moderno, con Brando e Sinatra a fare da mattatori (e Jean Simmons nei panni di Sarah) e il cast di supporto già impiegato a Broadway che fa meraviglie.

Il regista Joseph Leo Mankiewicz

Joseph Leo Mankiewicz (Wilkes-Barre, Usa, 1909-New York, Usa 1993) è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, di origini polacche. Ha vinto l’Oscar per la miglior regia e la miglior sceneggiatura in due anni consecutivi, con Lettera a tre mogli (1949) e Eva contro Eva (1950), quest’ultimo anche vincitore come miglior film. Impiegato a Hollywood inizialmente come sceneggiatore (come il fratello Hermann, Oscar per lo script di Quarto potere con Orson Welles), debuttò come regista nel 1946 imponendosi poi come autore eclettico (racconti gotici, western, melodrammi, kolossal) capace di cogliere con una regia invisibile e una scrittura sopraffina i conflitti fra i sessi e le complesse dinamiche dei rapporti interpersonali.

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