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- The Wild One (Il selvaggio) di László Benedek
- Burn! (Queimada) di Gillo Pontecorvo
THE WILD ONE (IL SELVAGGIO)

In The Wild One (Il selvaggio, 1953) Marlon Brando con la sua interpretazione di Johnny Strabler creò una vera moda di costume per l’epoca, simbolo di ribellione che ispirò persino James Dean ed Elvis Presley. Il film diretto da László Benedek fu inizialmente criticato per la violenza gratuita in esso percepita.
The Wild One (Il selvaggio)
La banda di motociclisti Black Rebel Motorcycle Club invade una cittadina della California e ne disturba la quiete con schiamazzi e gare di velocità. Il suo leader Johnny s’invaghisce di una barista (nonché figlia del locale sceriffo) e decide di fermarsi con i suoi compagni, ma l’arrivo di una banda rivale, guidata dal rivale Chico, stravolge i piani. Dopo uno scontro fra i due, Chico viene arrestato e i suoi uomini mettono a ferro e fuoco la cittadina, scatenando la reazione degli abitanti che trovano in Johnny il perfetto capro espiatorio.
Il regista László Benedek
László Benedek (Budapest, Ungheria 1905-New York 1992), regista, sceneggiatore, produttore e montatore, entrò da giovane nel mondo del cinema, lavorando in Ungheria e in Germania, per poi fuggire negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’40 in quanto di famiglia ebraica. Aiutato nella fuga da Louis B. Mayer, si stabilì a Hollywood e fece il suo esordio nella regia nel 1944, pur non accreditato per Song of Russia. Dopo un Golden Globe per la regia nel 1952 grazie alla versione cinematografica di Morte di un commesso viaggiatore (1951) e dopo il grande successo di Il selvaggio (1953) fece saltuariamente ritorno in Europa, lavorando in Germania e Francia, e proseguì nel frattempo a lavora negli Stati Uniti soprattutto come regista di episodi di celebri serie tv.
BURN! (QUEIMADA)

Burn! (Queimada, 1969) di Gillo Pontecorvo è per Brando il suo film preferito tra quelli che ha girato, nella sua autobiografia scrisse: “Penso di aver recitato tra le migliori volte in quel film, ma poche persone sono venute a vederlo“. Nonostante ebbe diversi scontri dialettici riguardo all’interpretazione del ruolo assegnatogli, Brando affermò che il regista era il miglior con cui avesse mai lavorato dopo Kazan e Bernardo Bertolucci.
Burn! (Queimada)
Nel XIX secolo, sull’immaginaria isola antillana di Queimada, da secoli sotto la dominazione portoghese, la corona britannica, interessata ad ampliare i propri commerci, invia l’agente sotto copertura William Walker (Brando) con il compito di fomentare la rivoluzione borghese. La missione riesce, ma Walker, diviso fra l’appartenenza alla società occidentale e una lucidità politica che lo avvicina al pensiero marxista, sarà costretto a soffocare quegli stessi moti che ha contribuito a suscitare. All’apice della fama dopo La battaglia d’Algeri Pontocorvo prova a spiegare il colonialismo e a restare nel solco della grande narrazione d’avventura, con un maestoso Brando nella parte di un eroe ambiguo.
Il regista Gillo Pontecorvo
Gillo Pontecorvo (Pisa, 1919 – Roma 2006) esordisce nei primi anni Cinquanta con alcuni documentari e nel 1957 debutta nel lungometraggio con La grande strada azzurra. Nel 1959 vince il premio per il miglior documentario al Festival di Karlovy Vary con Pane e zolfo. Gli fanno seguito Kapò (1961), La battaglia di Algeri (1966), con cui ottiene il Leone d’oro e il premio Fipresci a Venezia, oltre a tre nomination agli Oscar, Queimada (1969), premiato per la regia ai David di Donatello, così come il successivo Ogro (1979). Nel 1992 diviene curatore alla Mostra del cinema di Venezia, per subentrare alla direzione nel 1996, mantenendola fino all’anno successivo. Nel frattempo nel 1995 partecipa al Torino Film Festival con il cortometraggio corale Roma dodici novembre 1994, che ottiene la menzione speciale.