Un silence si bruyant, l’urlo di Emmanuelle Béart: «Parliamo a voce alta del problema dell’incesto»

«È stata un esperienza dolorosa che la vita, però, mi ha insegnato a trasformare e soprattutto a trasmettere. Questo mestiere – che è un lavoro di linguaggio e di corpo – mi ha salvato la pelle e mi ha insegnato a non dimenticare di parlare a voce alta. Dico quello che non è facile dire e anche voi dovete osare, riacquistare il linguaggio, parlare, essere creduti e ascoltati». È un vero e proprio appello quello che Emmanuelle Béart lancia al Torino Film Festival, dove l’attrice, omaggiata con il Premio Stella della Mole, ha presentato ieri il suo documentario Un silence si bruyant, basato su fatti a lei realmente accaduti. Nel 2023, infatti, Béart ha rivelato pubblicamente di essere stata vittima d’incesto e nel film, che ha co-diretto insieme alla regista ucraina Anastasia Mikova, intraprende un viaggio allo scopo di sollevare un velo sull’argomento, confrontando la propria realtà con quella degli altri.

Vittima, quando aveva dieci anni, di violenza da parte di un consanguineo, Béart racconta le devastazioni dell’incesto attraverso i secoli, dando voce alle vittime e affrontando il silenzio del consesso civile. «Per realizzare questo film ci sono voluti oltre tre anni – spiega Beart – tre anni per scriverlo e un altro anno per trovare testimoni disposti a parlare. Nel film ce ne sono quattro, tre donne e un uomo. Io e Anastasia ci siamo premurate che quelle persone fossero pronte a parlarne con me, come io ero pronta a parlarne con loro. Non volevo che il documentario potesse ferirli. Volevo che il fatto che ne stessimo parlando facesse loro del bene. Per lo stesso motivo non ho voluto il parere di specialisti, ma solo le parole e i pensieri delle vittime»

Béart si è avvicinata ad Anastasia Mikova dopo aver visto il suo documentario Women. «Anastasia è un’ottima documentarista, penso che abbia affrontato il tema del femminile in modo molto forte in quel film. Tra noi è stato amore a prima vista, avevo bisogno di qualcuno con quel background, anche se l’incesto non è un problema che riguarda solo le donne».

Dal film “Un silence si bruyant”

Per Béart ci sono ancora passi importanti da fare circa la consapevolezza dell’argomento anche se «le persone si sono evolute, in Francia se ne sta parlando di più, anche grazie ad una forte catena di solidarietà». Le cifre, però, sono ancora agghiaccianti: «In Francia abbiamo 160.000 bambini abusati all’anno, una ragazza su 5 e un ragazzo su 12». L’attrice e regista si dice contenta dello sforzo raggiunto con il documentario: «Con il film stiamo smuovendo il Ministero della Giustizia, il Ministero dell’Istruzione e quello Salute, cercando di unire più forze possibili. È un argomento universale e per questo stiamo viaggiando per il mondo. Siamo stati nelle Filippine, in Tasmania, in Australia e in Canada, ora anche in Italia».

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