A Man Fell, a Venezia 81 il film girato al Gaza Hospital

Lo presenta il regista sardo Giovanni Lorusso, che incontrerà il pubblico al Lido

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A Man Fell

Tra i tanti titoli svelati da Alberto Barbera e che vedremo alla prossima Mostra di Venezia 81, il 2 settembre alle Giornate degli Autori, nella sezione Notti Veneziane, ci sarà anche A Man Fell documentario di Giovanni C. Lorusso, scritto e co-prodotto con Yasser Kamal Al Ali, e girato al Gaza Hospital di Sabra. Uno spaccato della  condizione palestinese in Libano che vede un bambino di undici anni come protagonista e mostra la vita tra le macerie di un ex ospedale dal significato simbolico.

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Yasser Al Ali (co-produttore) e Arafat Al Ali (protagonista) saranno presenti alla proiezione grazie al crowdfunding e incontreranno il pubblico dopo la prima mondiale, alla quale speriamo di vedere anche lo stesso Lorusso, che nelle note di produzione del film racconta:

Il progetto A Man Fell è nato per caso. Durante il mio quarto viaggio in Libano, con l’intento di scoprire nuovi aspetti del quartiere di Shatila, mi sono trovato di fronte a cambiamenti inaspettati nelle dinamiche sociali che circondano la famiglia Alhaddad, protagonista del mio precedente film Song of All Ends. Nella mia prima settimana di permanenza ho incontrato Yasser Al Ali, un barbiere con un negozio all’ingresso di Sabra. Mi ha gentilmente proposto di visitare un luogo a me sconosciuto fino ad allora: l’edificio conosciuto come ex Gaza Hospital, dove lui e i suoi tre figli hanno vissuto negli ultimi quindici anni. Una notte entrammo nelle scale buie di quel palazzo e lui mi disse: “Benvenuto all’inferno, Gio”. Da quel momento ho indagato sulle mie possibilità, imparando finalmente alcune espressioni arabe di base e interagendo con gli abitanti dell’edificio di tutte le età per un periodo di 25 giorni. Il mio desiderio immediato è diventato quello di ritrarre le dinamiche e l’energia di quello che può essere visto come un monolite di resistenza passiva della condizione palestinese. Come per i miei lavori precedenti, ho lasciato che l’istinto e l’ambiente circostante definissero la regia. Dopo cinque giorni di visite nei diversi appartamenti, dove molti erano inizialmente riluttanti a farsi coinvolgere nel progetto, Yasser e io abbiamo deciso di sviluppare un film basato sulle storie apparentemente poco importanti dell’edificio, attraverso gli occhi del giovane Arafat. Riducendo al minimo l’attrezzatura ci ha permesso di spostarci tra gli undici piani dell’edificio, dove ci siamo organizzati per catturare momenti inaspettati, così come scene più preparate con i ragazzi. Dato che il mio ingresso nell’edificio è stato battezzato dalla notizia di un uomo caduto dal quarto piano pochi istanti prima (i messaggi di WhatsApp stavano arrivando sui telefoni di tutti al mio primo arrivo), ho pensato che quella storia dovesse essere il segmento conduttore che unisce tutte le altre. Abbiamo girato per un totale di sedici giorni, più due giorni per il sonoro.
Essenziale é stata la collaborazione con Yasser: il suo ottimismo contagioso e l’apprezzamento per tutto ciò che lo circonda (guidato in parte dalla forte fede religiosa) sono stati strumenti essenziali per lo sviluppo del nostro progetto comune.
Insieme abbiamo scritto (o più correttamente assemblato) le varie storie che si intrecciano nell’edificio e abbiamo prodotto qualcosa che avrei pensato inimmaginabile prima di incontrarlo”.

 

Il contesto: La condizione palestinese in Libano

I cittadini palestinesi residenti in Libano comprendono i rifugiati fuggiti durante la Nakba del 1948, i loro discendenti, le milizie che risiedevano in Libano negli anni ’70 e ’80 e coloro che si sono trasferiti da paesi confinanti, come la Siria. L’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione) ha contato 475.075 rifugiati palestinesi registrati (dato 31 dicembre 2019). La maggior parte dei palestinesi in Libano non ha la cittadinanza e di conseguenza carta d’identità libanese, la quale darebbe loro accesso a servizi quali la sanità e l’istruzione. Inoltre, la legge impedisce loro di possedere proprietà o di accedere a un elenco di occupazioni desiderabili. Molti osservatori accusano il Libano di praticare apartheid contro gli arabi palestinesi che vivono in Libano come apolidi dal 1948 come evidenziato dal giornalista arabo israeliano Khaled Abu Toameh.

 

A Men Fell, trama

Sabra, in Libano, è nota a causa del massacro compiuto nel 1982 dalle Falangi libanesi e dall’esercito di Israele allo scopo di uccidere cittadini palestinesi e sciiti libanesi, lasciando oltre 3000 vittime. Qui sorge il Gaza Hospital, che dopo essere stato un ospedale dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina alla fine degli anni settanta è poi stato smantellato, divenendo un simbolo della sopravvivenza dei palestinesi, che tuttora vi trovano rifugio. Nel Gaza Building vive il protagonista di A Man Fell, l‘undicenne Arafat, che passa il tempo tra le rovine degli undici piani dell’edificio. Insieme al suo amico Muhammad pensa a come esplorare i sotterranei proibiti, dove «ci sono solo sesso, droga e morte», mentre tutti nel palazzo parlano della storia probabilmente falsa di un uomo che sarebbe caduto dal quarto piano di quello stesso edificio per motivi ignoti.

 

A Man Fell