Andaras Traveling Festival 2024, in viaggio (con la mente) tra i corti

Una scoperta la kermesse sarda diretta da Joe Piras

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Andaras 2024

In un panorama estivo ormai intasato da un gran numero di festival di tutte le dimensioni, ma dalle caratteristiche simili (e non esaltanti), Ciak va da tempo alla ricerca di realtà diverse per contenuti, atmosfere e scopi alla base delle rassegne. È stato il caso di Andaras, il festival dei cortometraggi di viaggio (non solo nei luoghi, ma anche nel tempo, e in noi stessi) che si svolge da cinque anni in alcune località della cosiddetta Costa delle Miniere, nella Sardegna sud occidentale, al quale avevamo deciso di dare fiducia sulla base di “recensioni” attendibili di colleghi. 

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Abbiamo fatto bene. I giorni spesi nella sesta edizione dell’Andaras Traveling Festival, tra Buggerru, Flumini Maggiore e Iglesias, sono stati ciò che in fondo tutti i festival dovrebbero essere: un’occasione di incontro tra appassionati. Di scoperta di persone, luoghi e artisti in grado di coinvolgerci e arricchire, appunto, la nostra passione. Ad Andaras succede. Per gli sforzi e l’evidente competenza del direttore del Festival, Joe Piras, un regista che sa calamitare sul suo festival una grande quantità di corti di alto livello provenienti da tutto il mondo, selezionati con rigore e interessanti. E grazie a quelli di tutta la sua squadra, che offrono esperienze di scoperta di persone e luoghi affascinanti e nascosti, che stanno rendendo quella zona un gioiello da visitare per cultura (quella delle miniere attive fino a prima della Seconda guerra mondiale), bellezza e per un mare incontaminato e per ora decisamente rispettato. Oltre che teatro di concerti serali in spiaggia di grande suggestione.  

Andaras 2024

Poi, certo, c’erano gli ingredienti che in un Festival serio non possono mancare. Le masterclass (quella dedicata alla regia era affidata a Francesca Scanu), di alto livello e dalla partecipazione attenta. E i “talent”, in sintonia con lo spirito dell’Andaras: da Carolina Crescentini a Francesco Motta, da Selene Caramazza, a Enrica Pintore. E ancora Sveva Casati, Monica Nappo, la regista Luna Gualano, e artisti multimediali come Maurizio Temporin, che non sono passati per incassare un po’ di popolarità e giorni di riposo ma hanno scambiato idee, progetti e punti di vista sul cinema e i corti in gara. 

E c’era il concorso. Anzi, i concorsi, ben otto. L’Andaras Noas, Nuovi Sentieri, dedicato ai corti di finzione è stato vinto da Things unheard of del turco Ramazan Kılıç. Tra i documentari di Gazes from the World ha prevalso Sermersuaq, the great ice di Patrizia Bruno, sui cambiamenti climatici dell’Artico. Ad Astra, dedicata ai cortometraggi di fantascienza è stato vnto da Big Love di Cristiano Gazzarrini, che racconta la storia di una ragazza di 14 pronta a vivere il suo primo grande amore. Strange World 2024 (cortometraggi sperimentali), è stata appannaggio di Until we die di Myriam Verreault e Brigitte Poupart, mentre il miglior Narrative Short (corti di finzione) lo ha vinto la canadese The Skates di Halima Ouardiri. Il best Docu Short, dedicato i cortometraggi documentaristici, ha visto l’affermarsi del sorprendente Deserto Bianco della giovanissima documentarista sarda Marta Massa e in Best Another Day (finzione) ha vinto il canadese Making Babies di Éric K. Boulianne. La Miglior Animazione 2024 è andata a Zoo di Tariq Rimawi, mentre il bellissimo Titanic, versione adattata alle famiglie iraniane di Farnoosh Samadi ha avuto il Premio speciale della Giuria e il Premio Speciale Andaras è andato a Home di Valerio Armati. Menzioni d’onore per 3MWh di Marie-Magdalena Kochová, a Valentina Bellè per il ruolo di Miranda in Miranda’s mind, a Maddalena Crespi per la regia di Miranda’s mind e a Isabella Margara per la regia di Nothing Holier Than A Dolphin. Titoli, e protagonisti, che hanno consentito di vivere un bel viaggio nell’arte e nella passione per le immagini in movimento. 

Andaras 2024
Andaras 2024 – Enrica Pintore e Joe Piras (a sinistra)