Project Silence, da Cannes 2023 la recensione del disaster-action da Palma

Nascosto e per nottambuli il film sudcoreano punta al Palm Dog

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Project Silence

Nel 2019 aveva partecipato del trionfo del Parasite di Bong Joon-ho, primo sudcoreano a vincere la Palma d’Oro, ma per Lee Sun Kyun il Festival di Cannes continua a essere una seconda casa, professionalmente. E’ lui infatti uno dei protagonisti sia dello Sleep ospitato dalla Semaine de la Critique del 2023 sia del Project Silence di Kim Tae-gon presentato come Midnight Screening tra i Fuori Concorso di questa edizione. Un disaster-action ambientato sul Yeongjong Bridge di Seoul che senza dubbio meriterebbe di conquistare un premio molto ambito come il Palm Dog Award.

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IL FATTO:

A causa dell’improvviso peggioramento delle condizioni meteorologiche, la visibilità sul ponte dell’aeroporto di Seoul è gravemente compromessa. Tanto da creare una serie di tamponamenti a catena, ed esplosioni che mettono a rischio la stessa stabilità della struttura. In mezzo al caos, i cani “Echo” del misterioso Project Silence governativo si liberano rendendo tutti dei potenziali bersagli. E’ l’inizio di una disperata lotta per la sopravvivenza da parte del funzionario dell’ufficio presidenziale Jung-won (Lee Sun Kyun) e sua figlia (Kim Su An), il meccanico Jobak (Ju Ji Hoon)  alla guida del suo carro attrezzi, una coppia di anziani di ritorno da un viaggio all’estero, due sorelle che hanno perso il loro volo e il dottor Yang (Kim Hie Won), ricercatore responsabile dello stesso segretissimo progetto governativo.

Project Silence

L’OPINIONE:

Se al Festival ci fosse una giustizia e la giuria potesse esprimersi liberamente, esulando dalle scelte più popolari – e scontate – in genere legate al concorso o alle opere dei cineasti più celebrati, non ci sarebbero dubbi: il Palm Dog Award che premia la migliore esibizione di uno o più cani vista durante il festival andrebbe all’Echo9 (o E9) assoluto protagonista del film. Nel quale si mescolano diverse anime, ben assemblate dal regista in un prodotto di genere più forte delle sue singole componenti e di alcuni personaggi forse troppo ‘local’. Action, horror, sci-fi, dramma, thriller spy: di tutto un po’, e la vetrina internazionale offerta dalla selezione cannense lascia presagire che al finale aperto potrebbe venir collegato (almeno) un sequel. Tempo al tempo, però, visto che uno spettacolo del genere va goduto come non capita di fare spesso, e difeso dai suoi  – immancabili – detrattori. Ai quali Kim Tae-gon regala anche un film politico, per la sottotrama incentrata sull’inaffidabilità e disonestà delle istituzioni, con un pizzico di realismo, dato tanto dalle location quanto dal cast molto vario, e la rara presenza di una ‘femmina Alpha’ potente e meno prevedibile di altri suoi omologhi. Che oltre a rubare la scena molti bipedi, offre l’occasione per mettere in rilievo il punto di vista – ricorrente, non sempre con questi risultati e ‘campioni’ siffatti – animalista sugli esiti di una sperimentazione  selvaggia e incontrollata.

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Per quanto sbilanciato sull’horror e il fantastico, ritmo e ambientazione non possono non far pensare al Train to Busan di Yeon Sang-ho (più che alle sue successive filiazioni di Seoul Station e Peninsula) e dello stesso sceneggiatore di questo Joo-Suk Park. Ma volendo cambiare piuttosto nettamente genere e tipo di tensione, per gli appassionati di drammi ambientati su ponti pericolanti potremmo citare il Final Destination 5 del 2011 e a quelli di molossi rabbiosi e letali, il classico Cujo del 1983, ispirato al romanzo di Stephen King, o il The Breed – La razza del male del 2006.

 

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
project-silence-da-cannes-2023-la-recensione-del-disaster-action-da-palmaNel 2019 aveva partecipato del trionfo del Parasite di Bong Joon-ho, primo sudcoreano a vincere la Palma d'Oro, ma per Lee Sun Kyun il Festival di Cannes continua a essere una seconda casa, professionalmente. E' lui infatti uno dei protagonisti sia dello Sleep ospitato...